Le case editrici costituiscono un passaggio importante e fondamentale nel “viaggio dell’eroe” di ciascun aspirante scrittore. Specialmente quando un autore ha voglia di debuttare senza incappare nelle pastoie dell’editoria a pagamento.
Nel post di oggi ho il piacere di presentare la Farnesi Editore di Prato, rigorosamente NoEAP, per il tramite della sua direttrice editoriale Alessandra Gaggioli. L’intervista, che qui posto senza soluzione di continuità, è parte dell’iniziativa “Adotta un Editore” proposta dalle versatili e dinamiche bariste di Starbook Coffee, sito e pagina Facebook dedicati a iniziative, novità e notizie scrittorie a 360°.
Buona lettura
Farnesi Editore è una giovane casa editrice No EAP toscana nata nel gennaio del 2012 con sede a Prato. Nel suo progetto editoriale, esplicitato con essenzialità ma anche con un’estrema chiarezza d’intenti nel sito di riferimento, mi colpiscono due frasi, a mio avviso molto significative: il fatto che la Farnesi sia per la “valorizzazione del patrimonio letterario italiano inedito”e la sua determinazione di “portare al pubblico autori che sappiano fare letteratura”. Due mete estremamente ambiziose che mi incuriosiscono e che mi spingono ad approfondire la conoscenza di questa nuova realtà editoriale con un’intervista a tutto tondo ad Alessandra Gaggioli, architetto, direttrice editoriale e supervisore della parte artistica per la Farnesi nonché sua socia fondatrice. Partiamo subito con le domande:
1) Nella brevissima presentazione digitale di voi sul sito della Farnesi colpisce l’impegno a pubblicare opere di qualità. Oltre a questa puntualizzazione che premia un lettore attento ed esigente nel mare magnum dell’editoria italiana odierna, quali sono i punti cardine del vostro progetto? Quale in breve la Mission della Farnesi per chi sta iniziando a conoscervi adesso?
Farnesi nasce in un periodo difficile per l’editoria, poteva essere una tra tante case editrici minori, eppure la certezza che nei periodi di difficoltà si producono le cose migliori ci ha spinto a tentare questa avventura. Siamo cinque socie, di cui solo due scrittrici, io (con lo pseudonimo Federica Gnomo Twins) e la signora Maria Lucetta Russotto, tutte animate dalla passione per la lettura e convinte che non bisogna andare a scovare all’estero bravi scrittori. In pratica l’idea base è voler dare spazio alle penne nazionali, agli esordienti, e farci coinvolgere dagli autori in progetti che possono apparire “vintage” ma che in realtà sono altamente innovativi. Il tutto con una veste grafica curata che dia il giusto risalto all’opera.
Ad esempio abbiamo pubblicato come primo autore uno scrittore di favole, un papà, che sta avendo un grandissimo successo: ero convinta che la favola non fosse solo per bambini, ma potesse arrivare anche l’animo degli adulti. Il libro Melodia infatti tocca molte corde e molti cuori di ogni età, e l’autore Armando Maschini sta ricavandosi un grande spazio nel panorama letterario “fiabesco”, come dice lui.
2) Farnesi Editore è manifestamente per la pubblicazione non a pagamento. In un mercato editoriale variegato come quello italiano in cui spesso “pagare per lavorare” e cioè sborsare cifre esorbitanti per essere pubblicati è un vezzo ancora piuttosto diffuso, quali sono le difficoltà incontrate da un piccolo editore che punta su poche opere selezionate da una prospettiva diametralmente opposta?
Il vero ostacolo per un piccolo editore passionale come noi, non è trovare bravi collaboratori, o lavorare e investire su un autore in cui crediamo, siamo imprenditrici e anticipiamo sempre tutte le spese. La tragedia grossa è la distribuzione capillare, viziata da richieste di percentuali altissime( 65%) da parte dei distributori e la riscossione lentissima del venduto(anche un anno e mezzo). Questo porta a dover ponderare ogni uscita con molta attenzione, ma noi non chiederemo mai contributi all’autore, noi siamo l’editore: il rischio è solo nostro.
3) La vostra proposta editoriale si incentra sulle quattro collane “Verdemela”, “Peperosa”, “Giallostorie”, “Biancocarta”. Puoi parlarci in breve di ciascuna di esse?
“Verdemela” è nata per prima, e si rivolge ad adulti e ragazzi che amino la freschezza del fantastico. “Biancocarta” raduna il varia, cioè ricette, attualità, esoterismo o esperimenti misti come il nostro secondo libro “Non voglio vedere verde” di Giada Briziarelli e AA.VV, in cui si alternano ricette e fiabe che hanno per protagonisti gli ortaggi. “Peperosa” vuole essere una collana di commedie rosa, divertenti, frizzanti, ma non banali, vorremmo affrontare temi anche spinosi ma con semplicità e arrivare a un pubblico vasto.” Giallostorie”, come dice il nome, accoglie il giallo, le penne italiane, maschili ma sempre più spesso femminili, intense, introspettive, addirittura venate di casalingo.Stiamo per uscire anche con la narrativa: un autore sardo molto bravo. Il nome della collana è in fieri. Insomma ci piace scovare belle storie, anche di vita vissuta, che abbiano la forza del quotidiano o la magia delle piccole cose.
4) La distribuzione è un punto nodale per una piccola casa editrice dal momento che una propaganda mirata, seguita da una buona pubblicizzazione, danno spesso risultati sorprendenti. La Farnesi come si pone in quest’ottica? Preferisce vendere i propri prodotti librari attraverso il proprio sito, proporsi direttamente in libreria oppure affidarsi agli store on-line?
Come ho accennato, e dopo aver preso contatti anche con la distribuzione nazionale, ci stiamo orientando per una rete capillare di librerie fiduciarie. Piattaforme on-line e vendita diretta dal sito attrezzato con e-commerce. Preferiamo spendere in pubblicità che pagare solo i distributori. Un libro solitario in ogni libreria non ottiene molti risultati … meglio qualche pagina di giornale.
5) Farnesi Editore sponsorizza da quest’anno il Premio Letterario città di Prato. Puoi parlarci di questa esperienza?
Il comune di Prato ci ha proposto di legare il nostro concorso “Il tuo libro in libreria” alla città e abbiamo accettato con entusiasmo. Questo ci permetterà una bella manifestazione di premiazione per l’autore e l’opera prescelta. Non posso dirvi di più in quanto è la direzione marketing che si occupa di questo.
6) Pubblicazioni cartacee o digitali? Quali le prospettive e i margini di crescita e/o diversificazione della Farnesi in un’epoca in cui e-book, kindle, ipad e quant’altro sono oramai parte del vocabolario d’uso di buona parte del pubblico dei lettori?
Per ora noi operiamo in carta e abbiamo una collaborazione con la romana Dalim per la creazione e la diffusione su ogni piattaforma e in ogni formato di tutte le nostre opere, per cui l’autore è coperto anche dal punto di vista digitale in tutta serietà.
7) Una piccola casa editrice indipendente è spesso al centro delle aspettative di aspiranti scrittori esordienti; cosa consiglieresti a un autore in cerca di pubblicazione?
In generale dico di non mollare mai e cercare la casa editrice adatta alla propria opera, nel frattempo tenere bene aperti gli occhi. Spesso un’opera non adatta per un periodo lo sarà tra due o tre anni, oppure quello che non piace a x piace a k, insomma bisogna essere anche bravi venditori di se stessi. E una volta entrati in una squadra dare il meglio per collaborare ed emergere. Ricordarsi sempre che la stampa del libro è solo il primo passo, il lavoro vero viene dopo.
8) Parlando in generale, al momento ritieni che ci siano dei generi letterari che tirano di più nel mercato dell’editoria? Ammettendo e non concedendo che uno scrittore esordiente possieda in tal senso una certa versatilità e che sia in grado di spaziare dal fantasy al pulp, ad esempio, con una certa credibilità.
Ogni scrittore ha un suo genere congeniale, ma ciò non toglie che possa cimentarsi in altro, sempre che la cosa nasca da un suo desiderio e non da una imposizione di mercato. Certo è che alcuni generi tirano più di altri, commercialmente parlando. I piccoli editori possono fare scelte commerciali differenziate o di nicchia, e questa nicchia può anche non essere quella che fa grandi numeri ma avere estimatori costanti. Noi editori alle prime armi dobbiamo dosare vendibilità, visibilità, e qualità.
9) Fiere librarie e presentazioni letterarie contribuiscono spesso al lancio e/o alla pubblicizzazione della casa editrice e degli autori che essa propone. Quale la tua esperienza in merito?
Noi finora abbiamo poca esperienza di fiere, stiamo arricchendo la nostra offerta, ma devo dire che i nostri autori Armando Maschini, Anna Genni Miliotti e Giada Briziarelli hanno fatto e stanno facendo delle meravigliose presentazioni, piene di gente e incentrate molto sulla interazione col pubblico e i bambini.
10) A te l’onore e l’onere di scegliere le copertine delle opere pubblicate dalla tua casa editrice. Quanto conta in tal senso l’immagine visiva di un prodotto editoriale, con riferimento alla prima e quarta di copertina, nel catturare l’attenzione di un potenziale lettore?
Voglio specificare che naturalmente la mia scelta viene poi sottoposta a tutte le socie, e spesso concordata con l’autore, mi piace che quest’ultimo sia partecipe delle dinamiche di selezione, così come quando studiamo il titolo. La parte visiva dell’opera, in un mondo in cui l’immagine è la regola, la ritengo importantissima. L’opera deve emergere dalla massa e colpire l’immaginario del lettore. Poi però assicurare anche ottimi contenuti. Non amo ingannare con false aspettative. Né dare una veste grafica dissonante ai contenuti. Qui entra in gioco la mia formazione artistica.
11) Quali sono i progetti e i sogni nel cassetto della Farnesi Editore?
Già il fatto di avere festeggiato il primo compleanno e avere in campo opere che continuano a vendere bene è un risultato eccezionale, mi auguro di continuare così, e avere in casa editrice sempre autori di cuore, consapevoli del loro valore ma semplici, felici di scrivere e pubblicare con noi. Non possiamo promettere la visibilità di un grosso editore, però ogni viaggio, come tutti sanno, comincia da un piccolo passo. E magari Farnesi farà tanta strada!
a cura di Lucia Guida
N.B. E’ possibile leggere la presente intervista in due tranches in originale nei seguenti link:
http://starbooks.it/2013/03/18/intervista-al-direttore-editoriale-di-farnesi-editore-2/
http://starbooks.it/2013/03/20/intervista-al-direttore-editoriale-di-farnesi-editore/



Interessante spaccato sul mondo editoriale che a volte pare una giugla di carta pronta a ingoiare chiunque osi avventurarsi dentro.
Lodevole il proposito di puntare sugli autori nostrani a differenza delle grandi e medie case che invece abbondano di estorofilia non sempre eccelsa ma piuttosto scadente.
Credo che la palla al piede degli editori sia la distribuzione che di fatto impone sul mercato autori e case editrici, influenzandolo pesantemente.
Basta entrare in una grand elibreria per accorgersene.
Le piattaforme on line sono meno soggette ma ho notato che spesso (ultimamente mi è capitato per più di un libro ordinato) pur essendo uscito da poco risulta indisponibile. Ovviamente questo non va bene per nessuno.
Non va bene no. L’avventura di un libro inizia proprio dopo la sua pubblicazione, come giustamente Federica puntualizzava. E la distribuzione può essere un punto di forza come un punto di debolezza anche della casa editrice armata delle migliori intenzioni.
Buona serata, Gianpaolo, e grazie per essere passato di qui
Lucia
Vedo che dissenti da quello che ho scritto e mi pare giusto. Due opinioni a confronto. Non sono del mestiere, nel senso che non mi occupo di editoria, né di distribuzione, mi limito a osservare dall’esterno questo mondo che a volte mi sembra irreale. Se entro in un negozio tipo feltrinelli o Mondadori o IBS in bella vista ci sono solo ben determinate case editrici. Quelle minori o anche medie, se ci sono, sono relegate in un angolo e con soltanto qualche pezzo. E’ normale questo? Se si entra in una libreria, quelle di una volta tanto per intenderci, la situazione si presenta più o meno uguale, salvo che non sia di nicchia (ad esempio pubblicazioni strettamente locali, ecc). E’ normale? Ultimamente ho ordinato tre libri usciti di recente: tempo di consegna 10 giorni. Dopo 15 mi hanno detto che non riuscivano a reperirli e hanno annullato l’ordine.
Dove sia l’anello debole non lo so ma qualcosa non funziona. Sarà un caso ma mi fanno riflettere.
Buona serata Lucia.
Gian Paolo
Hello friend,
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Wishes, Lucia Guida
Caro Gian Paolo, a volte la virtualità aiuta poco a spiegarsi 🙂
Sono assolutamente dalla tua parte e come lettrice e come autrice: la distribuzione di un libro, e di conseguenza la sua commercializzazione, sono ahimè assai spesso nota dolens dell’editoria italiana. Anche a me è capitato di avere difficoltà nel reperire libri nei principali store on line, dovendo aspettare parecchio per riceverli. Stessa cosa è avvenuta quando alcuni amici hanno deciso di comperare su internet il mio libro. Nelle librerie standard, indipendenti o in franchising, le cose cambiano di poco: c’è una forte reticenza nell’approvvigionarsi di libri editi da piccole case editrici e, per contro, una spiccata attitudine a ‘mettere in mostra’ il bestseller del momento. La mia personale riflessione è che in generale si abbia del lettore italiano tipo una considerazione piuttosto bassa, credendolo di ‘bocca buona’ e capace, quindi, di accontentarsi di prodotti librari non sempre di qualità. Un’eccezione è, forse, rappresentata dalle piccole case NoEAP come la Farnesi, protagonista della mia intervista. Anche se puntare su prodotti di spessore è spesso un’operazione estremamente rischiosa.
Buone cose e a rileggerci presto