Con la ripresa lavorativa a pieno ritmo ho un po’ meno tempo per leggere ma è comunque piacevole concludere la giornata con qualche pagina di un buon libro. Per voi, oggi, due romanzi. Il primo è di Mariateresa Di Lascia, Premio Strega 1995, e il secondo di Giancarlo Giuliani, scrittore e poeta pescarese.
A presto
Lucia
Passaggio in ombra di Mariateresa di Lascia
Una pregevole saga tutta al femminile in odore di matriarcato come tante impazzano oggi in narrativa, scritta in tempi non sospetti e calata nella realtà dura e difficile di un paese del Sud imperniato su prospettive e esistenziali arcaiche in cui la protagonista Chiara D’Auria, figlia partorita fuori dal matrimonio da sua madre Anita Riccetti, ostetrica condotta arrivata dall’Italia centrale, racconta da bambina e poi in seguito da ragazza e donna fatta le vicende familiari di cui è in gran parte protagonista. Di quel padre verso il quale nutre un sentimento di odio e amore, quasi una versione infantile della disposizione d’animo materna, Chiara è padrona assoluta e si diverte a fare il bello e il cattivo tempo sfruttando a suo piacimento la sudditanza che scaturisce dai sensi di colpa di Francesco per aver saputo tardissimo di questa paternità provvedendo a riconoscerla solo in un secondo momento. Chiara non riuscirà a laurearsi nonostante il generoso aiuto economico di donna Peppina Curatore sua prozia che penserà a lei invece di dedicarsi a una prole che non è mai arrivata dandole la possibilità di frequentare l’università e poi donandole una casa e il sostentamento economico necessario per evitarle un matrimonio di convenienza com’era invece per lei accaduto. Con uno stile narrativo magistralmente condotto la scrittrice contribuisce a rinforzare nel lettore il senso di empatica condivisione quando questi si sofferma a soppesare l’indeterminatezza dell’uno o dell’altro personaggio, indotto a muoversi dalle circostanze della vita e non da una reale volontà di cambiamento.

Mariateresa di Lascia, Passaggio in ombra, ISBN 9788807814204
L’ultimo atto di Giancarlo Giuliani è al contrario un romanzo agito attraverso una prospettiva prevalentemente maschile. Narra la vita di Carlo, giovane idealista che vorrebbe trasformare con le buone o con le cattive un mondo in cui poco si riconosce. Di famiglia molto benestante il ragazzo accantona il sogno di diventare insegnante piegandosi alle logiche rigide della lotta armata all’indomani dello scioglimento di Lotta Continua di cui faceva parte abbracciando i metodi duri di gruppi extraparlamentari estremisti. Le vicende narrate si collocano per buona parte nel periodo degli anni di piombo comunicando a tinte forti quel senso di precarietà che coglie il suo protagonista nell’attimo in cui si rende conto che a fronte di ideali notevoli di uguaglianza sociale non ci sia sacrificio umano che tenga, soprattutto quando trovi dall’altra parte della barricata una delle persone che ha tanto contato per te come amico carissimo o gente impegnata in battaglie di sopravvivenza quotidiana. Neanche in quest’opera l’amore acquisirà una reale e concreta valenza salvifica: la storia di Anna e Carlo, destinata a perire innanzi tempo perché privata sin dall’inizio di una prospettiva concreta, è quasi emblema di quei sentimenti di riscatto sociale di cui Carlo vorrebbe farsi portavoce per dare forse anche un senso alla sua vita. In una circolarità che lo riporterà alla fine della vicenda a casa dei suoi per respirare ancora quell’aria di famiglia e di appartenenza da cui ha cercato di fuggire invano. Un libro scritto da un autore che ha deciso di raccontare in maniera scabra e sincera senza fare sconti a nessuno un segmento storico non facile del nostro Paese.

Giancarlo Giuliani, L’ultimo atto, ISBN 9791259881601

