Reading Tips: “Lucy davanti al mare” di Elizabeth Strout e “Parole d’Abruzzo” di Daniela D’Alimonte

Questa volta mi occupo di postare le mie impressioni su due libri diversissimi per genere e stile: un romanzo di narrativa contemporanea, “Lucy davanti al mare”, di E. Strout che, confesso, ha colpito la mia attenzione perché è il primo che ho deciso di leggere ambientato nel periodo della pandemia; segue poi un saggio della dialettologa e studiosa della lingua italiana abruzzese Daniela D’Alimonte col suo “Parole d’Abruzzo”, opera estremamente versatile e agevole da affrontare anche per una profana come me.
Buona lettura a tutti e a risentirci presto

Lucia 

Lucy davanti al mare di Elizabeth Strout 

Lucy è una matura e affermata scrittrice americana. Ha da poco perso David, suo secondo marito, e ha due figlie, Chrissy e Becka, che crede entrambe felicemente sposate. La protagonista vive a New York cercando di convivere con il dolore che l’ha di recente colpita, lambita dalle prime e pesanti avvisaglie della pandemia. Il suo primo marito William, scienziato epidemiologo, con estrema lungimiranza e dopo molte insistenze la convince a trasferirsi con lui in una casetta nel Maine sul mare e ad abbandonare la metropoli. Questa sorta di fuga sarà la salvezza per entrambi e rappresenterà una possibilità concreta per ripensarsi e crescere insieme, anche dal punto di vista affettivo-sentimentale, in una routine in cui ogni cosa assume un nuovo significato,  a partire dalla passeggiata giornaliera che entrambi si concedono a orari diversi ciascuno per proprio conto, sfidando l’ostilità della popolazione locale che li vede come potenziali untori, e che contribuisce a farli riflettere su tutti quei nodi esistenziali rimasti per anni stratificatisi sotto una montagna di consuetudine. Il romanzo della Strout è il primo da me letto incentrato sul covid19. La storia condotta in prima persona da Lucy scorre fluida grazie anche all’ottima traduzione di Susanna Basso, procedendo per segmenti narrativi di grandezza variabile in una sorta di “flusso di coscienza allargato” funzionale ai ricordi ma anche al dipanarsi di eventi contemporanei nella vita della protagonista. Con un finale a sorpresa calibrato sugli spunti di riflessione che il libro offre a ciascuno di noi per il tramite dei personaggi (e della loro vita recente) che lo animano.

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Presentazioni d’Autore: “Non ci salveranno di melograni” di Maristella Lippolis

“Si dice che tutte le isole si somiglino un po’, ma ognuna nasconde un’anima segreta che si svela solo a chi sa cercarla”

Quando Laura si concede una vacanza in un’isola della Dalmazia nel periodo immediatamente precedente la guerra dei Balcani del 1991, lo fa principalmente per offrire a se stessa una boccata d’ossigeno in un periodo complesso della sua vita.  La donna, che svolge la professione di avvocato civilista, non riesce a uscire con distacco dal suicidio di una cliente, avvenuto davanti ai suoi occhi nel giorno fissato per un l’udienza di separazione di quest’ultima. A Laura quella circostanza tristissima riporta alla memoria un’immagine indelebile della sua infanzia: quella di sua madre, in bilico sul davanzale della finestra di casa e in procinto di lanciarsi anch’ella nel vuoto. La donna desisterà dall’intento nell’attimo in cui si accorgerà che la bimba è alle sue spalle. Laura è schiacciata dai sensi di colpa derivanti da queste due circostanze tragiche che le impediscono di lasciar fluire liberamente in se stessa e al suo esterno energie vitali indispensabili.
La scoperta della pensione di Vera nell’isola di Soline, visitata durante il suo viaggio, e la decisione repentina di soggiornarvi successivamente al giorno da lei fissato per la partenza, fino a buona parte della stagione successiva, è un’ancora di salvezza che il destino, se così si può dire, le offre all’improvviso per riflettere su se stessa attraverso lunghe passeggiate in luoghi naturali incontaminati e meditazioni scritte, lettere e pagine di diario, per fissare nero su bianco e tentare di dipanare i nodi esistenziali che le impediscono di accettare ciò che è stato ma anche ciò che presumibilmente sarà.
Laura ritrova nell’anziana donna croata, vedova e ancora innamorata del proprio marito scomparso in circostanze non chiarite, un importante trait d’union che le permetterà di recuperare lentamente ma stabilmente un rapporto più equilibrato con la propria madre riconoscendo in quest’ultima un’amorevolezza nei suoi confronti forse mal espressa ma presente sin dall’inizio.
Anche l’affetto complice e solidale di Goran, professore di filosofia e figlio di Vera, servirà alla giovane donna per riconciliarsi con se stessa e con quella parte di femminilità fatta di passionalità e razionalità mantenute, forse, troppo in sordina negli ultimi tempi della sua vita.
La routine semplice e spartana, mai banale, condotta sull’isola, la vicinanza ai quattro elementi che scandiscono la quotidianità essenziale dei suoi abitanti e una natura generosa che offre a piene mani a chi sa ascoltarla ad ampio spettro; i sentimenti gestiti allo stato primordiale scevri da sovrastrutture dai personaggi di questa storia, saranno un toccasana che permetterà a Laura di ripartire verso l’Italia forse con un retrogusto di tristezza per ciò che non si è compiuto ma con una consapevolezza e un senso di autostima rafforzati e approfonditi che le serviranno a progredire  a passo sciolto per le strade della vita.
Il romanzo di Maristella Lippolis, nell’edizione di Ianieri del 2018, è anche interessante per i molti  e attuali spunti di rielaborazione che offre al lettore in un’epoca in cui la tentazione di procedere per le vie del mondo in maniera epidermica per non soffrire (o soffrire poco!) è una tentazione sempre in agguato. La narrazione procede con attenzione e accuratezza stilistiche ma anche scrittorie sul filo del romanzo di introspezione psicologica affiancando tuttavia episodi di vita concreta e agita estremamente verosimili. L’autrice si impegna a toccare l’anima di suoi protagonisti e del potenziale lettore con estrema delicatezza alternando il non detto a descrizioni minuziose ma mai debordanti a corredo di una scrittura fluida e coinvolgente.

Lucia Guida

 

L’autrice 

Maristella Lippolis ha esordito nella narrativa pubblicando racconti sulla rivista “Tuttestorie”. Vincitrice del premio Piero Chiara 1999 con la raccolta ‘La storia di un’altra’, ha pubblicato i romanzi ‘Adele né bella né brutta’, Piemme, 2008, finalista al Premio Stresa dello stesso anno, ‘Una furtiva lacrima’, Piemme, 2013, ‘Raccontami tu’, L’iguana editrice, 2017. Collabora con la rivista ‘Leggendaria’, il ‘LetterateMagazine’, il MagFest.

Maristella Lippolis, Non ci salveranno i melograni, ISBN 978-88-94890-64-8,  €   14,50 

 

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