Andar per fiere – a Più Libri Più Liberi con la Nulla Die

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Prendete cinque autrici grintose, mettetele insieme a parlare di scrittura al femminile e otterrete  risultati sorprendenti. Le donne, si sa, sono dotate di energia e inventiva inesauribili, pronte a dispensare potenziale umano a piene mani con generosità e obiettività non scevre di concretezza e realtà. L’evento a cui mi riferisco è stato il dibattito “La scrittura  è Donna. E il mercato editoriale?”, promosso il 6 dicembre 2012 dalla Nulla Die, casa editrice siciliana di Piazza Armerina (EN), ospitato nella Bibliolibreria del Palazzo dei Congressi di Roma in occasione della X edizione di Più Libri Più Liberi, fiera nazionale della piccola e media editoria.

Antonella Santarelli, nel duplice ruolo di autrice e moderatrice, ha voluto sondare il terreno parlando di mercato editoriale e di proposte scrittorie con me, Greta Cerretti, Laura De Angelis e Cristina Lattaro in un’ottica rigorosamente femminile richiesta dal dato di fatto più oggettivo: che, cioè, la fetta di lettrici/ compratrici/fruitrici di libri sia a oggi costituita in maggioranza proprio dalle donne.   Nel panorama variegato e complesso dei libri editi in quest’ultimo periodo è palpabile un’attenzione in tal senso, non sempre corrisposta da un livello qualitativo adeguato. Come dire, citando Ogilvy à revers, che nel mare magnum del marketing editoriale non sempre contino realmente le persone che contano, almeno in un’ottica di onestà intellettuale. Molto più facile puntare sul livello di intrattenimento, di puro divertissement della lettura; e poco importa che si finiscano col sottovalutare volutamente e artatamente gusto e background socio-culturale femminile posseduti da buona parte delle lettrici, livellati senza mezze misure per rispondere in modo maggiormente funzionale a logiche di compravendita mordi-e-fuggi, spesso sulla falsariga di diktat esteri a partire dalle famose cinquanta sfumature jamesiane e oltre.

Le succitate autrici Nulla Die, impegnate ciascuna in forme di elaborazione  scrittoria di genere differente, hanno voluto dire la loro, sottolineando come l’erotismo non vada affatto confuso con il mom-porn o soft-porn  dilaganti e debordanti soprattutto negli ultimi tempi tanto da diventare punti di riferimento e offerta narrativa anche di note case editrici italiane. Che la scrittura impegnata ma anche fantasy, noir, di genere possa ben costituire una valida alternativa a ciò che si pone compulsivamente come moda del momento. In particolare Cristina Lattaro, in attivo due pubblicazioni in cartaceo con la Nulla Die e altrettante in versione e-book con la Sesat, si è detta pronta a  sperimentare il genere erotico noir stando bene attenta a non cedere alle lusinghe della pornografia tout court. Dello stesso avviso Greta Cerretti e Laura De Angelis, ciascuna autrice per la Nulla Die di un romanzo edito nella passata stagione, entrambe ben pronte a tentare nuovamente a breve la strada della pubblicazione con lavori inediti già ultimati. Alla domanda rivoltami da Antonella Santarelli,  autrice anch’essa per la Nulla Die di testi poetici e di prosa, se sia ancora il caso di proporre opere “impegnate” ho risposto di si; alle antieroine di “Succo di melagrana” impegnate nella quotidianità più spicciola a scegliere di imboccare strade diverse con una consapevolezza e una costruttività tutta al femminile credo fermamente.  E non è detto che in tal senso letture di qualità incentrate su buoni propositi permeati di positività e non di buonismo non possano fare la differenza. Quanto meno in termini di non omologazione di pensiero.

 

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Il ricordo d’infanzia

“ Il ricordo è un poco di eternità. “

A. Porchia

Il mio primo ricordo risale, credo, a un paio d’anni di vita. Mi rivedo distesa in posizione supina sul letto dei miei genitori in un’atmosfera sfocata, probabilmente pomeridiana ed estiva, avvolta dal biancore di un lenzuolo e da suoni e rumori provenienti dall’esterno, alcuni dei quali già per me riconoscibili.

Gli anni vanno avanti con disinvoltura chiedendomi a gran voce di strutturare la mia quotidianità in modo più o meno consapevole e le memorie di un tempo si affievoliscono fin quasi a scomparire, sostituite da atteggiamenti concreti e vissuti molto più seducenti. Il fascino un po’ fané del passato contrapposto a quello brillante del presente  ha poco mordente per un’adolescente, è risaputo.

Ci sono, tuttavia, cose che non si liquidano con facilità nel bene e nel male e non è detto che ciò non possa, alla fine, rivelarsi una specie di fortuna, specialmente se a prevalere sono quei flashback infantili permeati da una certa serenità.

L’idea di Giulio Mozzi e del suo “Ricordo d’infanzia” è stata per me un’occasione unica per rispolverare ad hoc, lo confesso, e con autentico piacere qualcuna di queste chicche. Certamente la mia è stata una scelta di parte, privilegiando immagini a tinte pastello tra i tanti tasselli di coloritura diversa che costellano i miei quarantasette anni. Credo, però, di avere comunque pagato, per questo, già pegno; guardare retrospettivamente con una certa indulgenza alle cose passate significa in certo qual senso averle accettate. Tanto da provare a trasformarle in parole pensanti con un po’ di fortuna e un briciolo di inventiva. Racconti e storie da narrare ad altri in assoluta libertà e con una certa leggerezza.

Se avete voglia di condividere con noi quest’esperienza scrittoria questo è il primo post di “Ricordo d’infanzia”  sul blog di Giulio Mozzi e questa la pagina dei ricordi concreti di alcuni di noi.

Il “Ricordo”, infine, parteciperà alla fiera della piccola editoria “Più libri più liberi”, venerdì 7 dicembre 2012.

Ricordi d’infanzia: un’estate al mare

Vasto (CH), agosto 1966