Alla fine di una storia – Aspettando la pubblicazione de “La casa dal pergolato di glicine”

 

I momenti che precedono la pubblicazione di un libro mi rimandano con un pizzico di nostalgia ai primi minuti che hanno seguito la nascita di entrambi i miei figli.

Tanta stanchezza, la sensazione di esserti liberata di un peso e al contempo il rimpianto di quel pancione che per nove mesi ti ha accompagnata ritmando le tue albe e i tuoi  tramonti.
Sono dichiaratamente una shortstory teller, un’autrice a cui sta a cuore veder concretizzata la propria opera in poco, pochissimo tempo; cimentarmi in un romanzo mi è costato una fatica immane, primo tra tutti il timore di non riuscire a delineare in modo organico la storia che mi frullava dentro con la stessa dimestichezza con cui, da tempo, nelle mie ore di libertà, mi diverto a scrivere racconti brevi.

Alla fine ce l’ho fatta. Sono arrivata al traguardo duplice di portare a termine la narrazione di un’estate memorabile, quella di Marina Federici, protagonista del romanzo, e di renderla manifesta e palese ai miei lettori attraverso un’opera di editing altrettanto sofferta e corposa.

So che  qualcuno sorriderà, ma queste 154 pagine sono state le più lunghe della mia vita di donna essenziale, più incline a concretizzare in breve il mio mondo di pensieri. Evocando e suggerendo piuttosto che servendo, sia pure su un piatto d’argento, emozioni e stati d’animo per il tramite di immagini scrittorie che ciascuno potrà completare legandole alla propria esperienza di vita.

“La casa dal pergolato di glicini” è quasi pronta per affacciarsi sul mondo, racchiusa in una copertina che è la riproduzione fotografica di Massimiliano Giordano, mio giovanissimo editore, di un dipinto di Marian Fortunati, pittrice americana en plein air intitolato “Wisteria Shadows”. Un titolo suggestivo e quanto mai emblematico per introdurre una storia di amore, affetti profondi e amicizie per la vita.

Una storia intessuta di quotidianità come le piccole e grandi cose di cui mi piace parlare e scrivere, questa volta permeata dal profumo forte e deciso di un tralcio di glicine in piena fioritura.

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Andar per fiere – due buoni motivi per farlo

ConTestiDiversi  è una Fiera della Piccola e Media Editoria alla seconda edizione, quest’anno ospitata, nelle giornate del 5 e 6 ottobre, dal comune di Labico (RM), parte del Sistema Bibliotecario dei Monti Prenestini. In quest’occasione ho avuto il piacere di incontrare finalmente de visu Vera Ambra, consulente editoriale di Akkuaria, Associazione di Web-Promozione artistico-culturale in Internet, da me conosciuta in occasione della IV edizione Premio Letterario “Fortunato Pasqualino” nel settembre 2011. Assieme ad altri autori selezionati nel corso di varie edizioni del predetto contest letterario, ho  tenuto a battesimo “Oro e Argento”, Piccola Enciclopedia di Autori Contemporanei “, nuovissimo progetto editoriale di Akkuaria a oggi composto da cinque volumi incentrati ciascuno su tematiche differenti. Nel volume “I volti delle donne” il mio racconto breve “Dagherrotipi emotivi”, storia della conversazione immaginaria di una bimba di pochi giorni con sua madre.

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L’aspetto positivo di eventi come questo risiede nell’ottima opera di propaganda e pubblicizzazione live delle opere presentate e nel poter condividere con gli autori e il pubblico di lettori presente esperienze scrittorie diverse. Io ne ho approfittato per parlare delle infinite potenzialità del racconto breve, ingiustamente ed erroneamente per lungo tempo considerato un genere letterario minore e, per tale ragione, snobbato dalla grande editoria   se non per proporre opere di autori già affermati. Il discorso, in realtà, è molto più complesso di quanto non si pensi; se, infatti, è risaputo come molte case editrici preferiscano non investire in pubblicazioni di racconti puntando su opere letterarie più corpose come il romanzo o il saggio, è altrettanto palese come la stesura di un buon racconto richieda una certa dose di abilità narrativa. Nel romanzo l’autore può tranquillamente giocare al rilancio grazie alla progressione in capitoli colmando eventuali lacune o defaillance narrative nel prosieguo della storia. La stessa cosa non si può dire del racconto; se quest’ultimo manca di incisività non ci si potrà avvalere di recuperi in differita. E continuando a parlare di racconti e romanzi e delle differenze tra gli uni e gli altri, l’immagine che più mi viene a mente è quella da me usata nell’intervista rilasciata a Tommaso Maria Lovato in cui paragonavo il romanzo a un film e il racconto breve a una scena dello stesso; considerando come sicuramente a ciascuno di noi sia capitato, almeno per una volta, di aver assistito a proiezioni filmiche deludenti conservando, viceversa, il ricordo nitido di  sequenze cinematografiche particolarmente incisive.

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photo by cartoonstock.com

La scrittura resta comunque un gran piacere e un atto creativo di grande importanza  da qualsiasi prospettiva lo si voglia inquadrare. E la lettura, seconda ma non per questo ultima, un atto dovuto  a noi stessi e una passione che aiuta a crescere. Da continuare a coltivare con sistematicità nella nostra quotidianità più spicciola come addetti ai lavori e semplici spettatori, a dieci come a novant’anni.

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ConTestiDiversi, 6 ottobre 2012. Palazzo Giuliani a Labico