Interlinee

 

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Parlare della nascita di una nuova creatura scrittoria è sempre una cosa bella.
A settembre è nata “Interlinee”, silloge di poesie per i tipi di Amarganta, grazie alla fiducia di Cristina Lattaro, editora in Rieti. Un debutto in versi finalmente da solista e non più in antologie di autori vari.

Per una prosatrice come me è una grande emozione darne qui notizia.
Attraverso le mie liriche, raggruppate in cinque nuclei tematici ( I buoni propositi, I paradisi perduti, Le dediche in versi, Gli appunti di viaggio, Miscellanea), racconto di me, della mia visione della vita, delle notazioni di cronaca prese durante i miei voli, della semplicità complessa di una vita fatta di piccoli ma significativi particolari. In un percorso di crescita in cui sforzarsi di agire con levità è, forse, la molla propulsiva migliore per andare avanti.

Un’occasione specialissima per osservare il mondo fuori e dentro di me, in compagnia di tutti i lettori che vorranno accompagnarmi in questa nuova impresa iniziata in punta di piedi ma con la forza e la tenacia di chi tenta una strada non semplice né scontata.
Naturalmente vi terrò aggiornati sul prosieguo di quest’avventura.
Nel frattempo, se ne avete piacere, “Interlinee” potete trovarla qui e qui.

A rileggerci presto

 

Lucia

 

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La Bella Poesia – ‘ Leggera ‘ di Maria Grazia Di Biagio

Cari amici la mia proposta di lettura poetica di oggi è una lirica di Maria Grazia Di Biagio, poetessa abruzzese, parte della sua silloge ‘Nella disarmonia dell’inatteso’ pubblicata da Bel-Ami Edizioni nel 2012. La raccolta di Maria Grazia, che vanta la prefazione di Dante Maffìa e postfazione di Renato Fiorito, è stata vincitrice del Concorso Letterario Bel-Ami Sezione Poesia 2012.

Buona lettura.

 

Leggera

 

Capita spesso che mi stanco

di trascinarmi appresso il peso

di questo corpo fragoroso

intriso di attributi

ridondante di aggettivi

contraddittorio.

Allora scelgo l’anima

rabberciata, rattoppata ma leggera

saggia presenza muta

e vado senza meta

senza desideri.

I più non vedono.

Pochi si voltano verso il non rumore.

Un cane la fiuta.

Guarda che bella

quell’anima nuda.

 

Maria Grazia Di Biagio

 

 

Amedeo Modigliani, Jeanne Hébuterne con grande cappello, particolare, 1917

A. Modigliani, ‘Jeanne Hébuterne con grande cappello’ (1917)

 

 

Presentazioni d’autore: “Lanterne per riconoscermi” di Maria Luisa Mazzarini

Ho conosciuto Maria Luisa diciotto anni fa e per un intero anno scolastico abbiamo condiviso un pezzetto di percorso professionale come docenti, lei di Lettere e io di Lingue. Incontrarci nuovamente rispettivamente in veste di poetessa, per lei, e di prosatrice, per me, nel corso di un evento letterario è stato uno di quegli scherzi esistenziali che  il Destino, bontà sua, ogni tanto si diverte ad architettare.
Gli amici che mi conoscono sanno che nutro per la poesia una sorta di timore reverenziale e, quindi, accoglieranno questa piccola recensione, da me fatta puntando più su questioni di gusto che su un tecnicismo e una specificità che non posseggo, il giusto tributo a un’Arte posseduta ed esercitata, invece, da Maria Luisa Mazzarini con maestria ed estrema eleganza.

Buona lettura

La silloge

 

“Lanterne per riconoscermi” è la terza silloge di poesie di Maria Luisa Mazzarini. Attraverso un percorso fatto “D’Amore, di Acqua e di Luce, di Sole e di Luna, di Fiori, di Sogno”  narra le sensazioni e le emozioni di un’anima in stretto e profondo contatto con la natura e con tutto ciò che la circonda, facendosi per lei Vita, elementi rappresentati attraverso una scelta precisa e minuziosa di vocaboli in cui il significato e il significante coincidono con una sensibilità squisitamente femminile, pur lasciando ampio margine di discrezionalità al lettore che si accinge a tuffarsi in un mare di tableaux vivants fatti, appunto, di parole usate con sapienza, capaci di prenderlo per mano e di portarlo in più di una dimensione spaziale e temporale in cui il terreno si mescola abilmente al divino; in un gioco di parti in cui, tuttavia, non c’è vinto o vincitore ma soltanto lo stupore di vivere un’esperienza sinestetica, fatta di espressività contrastante ma, al contempo, emotivamente assai coinvolgente.

Maria Luisa definisce le sue crezioni poetiche “i miei gioielli” ed è accorta e lungimirante in questo; in più di una circostanza le sue liriche fanno, infatti, pensare certamente a uno scrigno capiente in cui trovano la giusta accoglienza preziosità elaborate in foggia diversa, caratterizzate dalla stessa luce fatta di brio e stupore: la medesima meraviglia di una bimba posta di fronte alla luminosità di un tesoro con cui  potrà giocare a lungo perché qualcuno l’ha autorizzata a farlo, premiandola per la sua diligenza e la sua abilità a maneggiarlo con cura, sicuro della sua buona fede e autenticità a preservarlo dall’opacità del tempo e della quotidianità.

Nei suoi versi trovano, quindi, posto minuterie di un microcosmo vivo e brulicante fatto di fiori di campo e di serra, animali e insetti, i quattro elementi evocati da ciò che li rappresenta visivamente a noi esseri umani ( il sole, il vento, le nuvole, il cielo, l’aria, le acque di ruscello e di mare … ) , in cui non c’è distinzione alcuna tra ali di farfalla e petali di rosa, sorriso di fiori e silenzio di sogni e di stelle, ma appare unicamente la consapevolezza dell’autrice di gratificare  e cullare quegli uomini e quelle donne che possiedono la capacità di immergersi e nutrirsi di queste preziosità, liberandosi e ritemprandosi dagli affanni di una vita spesso frenetica, distratta e di poca soddisfazione.

Viene da pensare che se possibilità di salvezza ci sarà per noi, in primis una salvezza emotiva e sentimentale capace di liberarci da un’esistenza che potrebbe tendere a desertificare la nostra interiorità, questa sarà certamente racchiusa nella bellezza della Poesia, unica chiave di volta e di accesso alla riscoperta di un rapporto vivo e reale, fatto di scambi generosi con tutto ciò che ha determinato la nostra umanità più profonda e che, ancora, è alla base e a fondamento della nostra unicità, un’ essenza fatta di naturalità rigenerante e feconda, pronta di slancio a perdonare l’umana debolezza e ingratitudine.

 

ORO E ARGENTO

Il Poeta

d’oro sublima

ciò che l’uomo

calpesta.

A sera

sa dove trovare

la sua luna d’argento.

M.L. Mazzarini

 

L’autrice

 

Nata ad Umbertide (PG) e laureata in Lettere Classiche, Maria Luisa Mazzarini vive da più di 40 anni a Loreto Aprutino (PE) dove ha svolto attività di docenza e di scrittura. Ha pubblicato nel 2010 “E poi soltanto il vento” e nel 2012 “Fuga in gonna di farfalle” per Aletti. “Lanterne per riconoscermi” (2014 ) è edito da Divinafollia.

Maria Luisa Mazzarini, Lanterne per riconoscermi, ISBN: 9788898486274, € 12,00