Reading Tips: “Tutta la vita che resta” di Roberta Recchia e “La signora Craddock” di William Somerset Maugham

Oltrepassata la boa temporale del ferragosto, momento tradizionalmente statico della quotidianità italiana, due nuove proposte di lettura estiva: “Tutta la vita che resta” di R. Recchia edito da Rizzoli per la collana La Scala e “La signora Craddock” di W. S. Maugham letto nell’edizione proposta dal Club degli Editori  del 1969.
Buona lettura e  presto

Lucia

Tutta la vita che resta di Roberta Recchia

La narrazione della biografia familiare dei Balestrieri e poi degli Ansaldo fa da cornice alla ben articolata storia di Marisa, Mimì per i suoi cari, Stelvio, Betta ed Ettore jr. dipanandosi nell’arco di un trentennio prevalentemente tra Roma e  località limitrofe. Sono storie marcate da ordinario dolore e sofferenza e qualche lieto fine che si impennano quando nell’estate del 1980 Betta, secondogenita di Marisa e Stelvio, viene assassinata in riva al mare a Torre Domizia senza un  apparente perché. Di queste tristi vicissitudini pagherà il prezzo più alto la giovanissima Miriam che si è autoinflitta la croce di portare dentro di sé, con inevitabili e gravi ripercussioni a livello psicofisico, un segreto indicibile in qualità di testimone silenziosa e segreta della morte della sua esuberante e giovane cugina. Una realtà che è da un lato inconfessabile e dall’altro il prodotto di antichi tabu legati a disvalori come quello di una rispettabilità apparente che non dev’essere mai infranta, qualsiasi costo abbia, di cui la matriarca della vicenda, Letizia,  nonna di Betta e Miriam e madre di Marisa, si arroga il diritto di pretendere sacrificando il benessere della sua discendente più giovane. Saranno Leo, ragazzo di borgata, e sua sorella Corallina a ripristinare l’ordine offrendo a Miriam una profferta concreta e amorevole di rinascita per una vita futura piena di amore e considerazione maggiori. Trama e intreccio sono dosati con sapienza dall’autrice e conducono il lettore con mano salda sino alla fine del romanzo, motivandolo a portarne con agio a termine  la lettura.

Tutta la vita che resta,  Roberta Recchia, ISBN 9788817183499

La signora Craddock di William Somerset Maugham

In un’Inghilterra dei primi anni del secolo scorso una giovane ereditiera, Berta Ley, cerca di fare buon viso a cattivo gioco alla noia della sua routine imbastendo per sé stessa un vero e proprio romance amoroso nella tranquillità eccessiva e soporifera della campagna del Kent. Da poco proprietaria per lascito testamentario di suo padre di Court Leys si convince che l’uomo per lei ideale possa essere Edoardo Craddock, suo antico compagno di giochi e figlio di un ex dipendente della tenuta. In questa parvenza di realtà costituita più dai desiderata e dalle proiezioni della ragazza che da una concreta e plausibile evidenza dei fatti nascono un amore e poi un matrimonio destinati ben presto, dopo i primi anni di collaudo del ménage, a rivelarsi come una congerie di idee, gusti, azioni che più che legare due persone definiranno con nettezza i contorni di entrambi su piani decisamente paralleli destinati a non incontrarsi mai. All’iniziale entusiasmo di Betta subentrano una forte delusione e la certezza di aver scelto come compagno della sua vita un uomo di pochissimo spessore, culturalmente assai distante dalla sua sensibilità e tuttavia ben deciso di servirsi a suo piacimento, (sia pure con l’attenuante di aver saputo moltiplicare la fortuna economica della sua consorte che lo ha reso unico amministratore dei suoi beni) di quell’occasione di benessere materiale regalatagli da un’unione assai conveniente. La sottile ironia di Somerset Maugham è il fil rouge che percorre l’intero romanzo attraverso la tecnica del narratore onnisciente propendendo forse con maggior empatia verso  la protagonista più che verso il consorte di quest’ultima descritto come amante della propria opinione non per forza di carattere quanto piuttosto per una sorta di ottusità mentale che lo porta a glissare su tutto ciò che non aderisca perfettamente al suo sentire. Una storia sull’incomunicabilità umana e su quanto sia fallace e azzardato innamorarsi dell’amore rischiando, quando ciò accade, di essere condotti verso scelte di vita profondamente infelici.

La signora Craddock,  W. S. Maugham, edizione del 1969 a cura del Club degli Editori

Reading Tips: “Lithium 48” di Fabio Iuliano e “La diva Julia” di William Somerset Maugham

Con un lieve ritardo sulla tabella di marcia mantengo la promessa fatta a inizio d’anno di condividere con voi le mie letture fatte per diletto e per passione. In questi quasi due mesi di latitanza vi propongo quella di un romanzo breve, “Lithium 48”,Aurora Edizioni (2017), opera di esordio del giornalista Fabio Iuliano e di un altrettanto gradevole romanzo di W. Somerset Maugham, tra i miei autori preferiti da sempre, intitolato “La diva Julia” , Adelphi (2000). Due prospettive diversissime per occuparci di umanità a tutto tondo.
Buona lettura a voi e a risentirci presto

Lucia

Lithium 48 di Fabio Iuliano

Immaginate di avere un vuoto di memoria di 48 ore. Di trovarvi, oggetto di un trattamento sanitario obbligatorio, in una struttura di un Paese che amate profondamente; in cui avete scelto di vivere, eleggendo la sua capitale a vostra casa pro tempore, ma che in un frangente come quello non è il vostro Paese. Di essere prigionieri di dubbi e incertezze che vi catapultano come per un giro sulle montagne russe dalle stelle alle stalle. Preda di una paura, invisibile ma sottile, permeabile che è quella che il mondo, per il tramite di qualcuno che non conoscete (e per il quale siete oggetto di controllo continuo), vi spii e voglia esercitare su di voi una sorta di monitoraggio a cui è impossibile sfuggire. È con questo importante bagaglio emotivo che Simone, blogger e musicista, prestato dall’Abruzzo alla Francia dopo varie peregrinazioni in Europa si appresta ad affrontare il periodo postumo all’attentato alle Twin Towers, filtrando cose persone e situazioni attraverso la percezione distorta, per molti versi distopica, di una routine quotidiana che inizia ad andargli stretta. Cercando di venire a capo di nodi esistenziali importanti stemperati dall’ottimo parterre musicale, ricco di citazioni e di notizie pertinenti, di cui questo romanzo breve è fornito. Un libro che si conquista la simpatia del lettore, a lui empaticamente vicino non tanto per un discorso meramente solidale dovuto al disturbo bipolare di cui il protagonista soffre ma per la percezione netta, condivisa, che la vita sia un palcoscenico a cielo aperto in cui ogni atto sia parte di un canovaccio appena abbozzato suscettibile di cambiamenti e colpi di scena continui, per la maggior parte inimmaginabili, su cui la volontà del singolo ha davvero poco ascendente. Un’opera prima avvincente del giornalista/blogger e musicista aquilano Fabio Iuliano dal formato snello che colpisce l’immaginario di chi lo ha tra le mani stimolandolo a leggere di corsa sino all’ultima pagina per “sapere come va a finire” con il contrappunto adrenalitico, “alternative rock”, della musica preferita evocata dal creatore della storia.

lithium

Fabio Iuliano, Lithium 48, ISBN 9788894808162

La diva Julia

Julia Lambert è un’attrice inglese di teatro di successo, grazie anche all’oculata amministrazione di sé stessa dal punto di vista professionale portata avanti da suo marito Michael Gosselyn, all’inizio della storia attore di bell’aspetto, corteggiatissimo ma mediocre come teatrante. L’uomo in seguito si reinventerà abile manager grazie al successo riscosso dalla moglie al punto da diventare pian piano affermato impresario teatrale. Smettendo i panni della persona di cui lei si era da giovane innamorata: un uomo che, tuttavia, per quieto vivere aveva ceduto al suo amore con la benedizione dei suoi genitori, conquistati dall’aspetto bon ton della ragazza. Julia asseconda di buon grado le mire e le ambizioni del suo compagno all’inizio per mera dedizione, poi per pura convenienza, rinunciando a una parte del proprio vissuto (ad esempio negando di essere figlia di un veterinario e millantando un padre dottore consigliata in ciò da Gosselyn). Cerca, quindi, stimolata dal suo pigmalione di entrare a far parte della Londra bene sfruttando la benevolenza e l’ammirazione di cui è oggetto per consolidare la sua ascesa artistica. Incapace di vivere di vita propria, la donna preferisce barcamenarsi nelle vicissitudini quotidiane mutuando battute e caratterizzazione dai personaggi che interpreta sul palcoscenico fino al primo colpo di testa che la vede cedere alle avances di un suo giovane ammiratore, un colletto bianco di modesta cultura e sensibilità che però ha il potere di scuoterla dal torpore e dal disamore in cui la sua vita matrimoniale è con l’andare del tempo precipitata. Al di là delle vicissitudini lavorative (qualcuno vorrebbe metterla in un angolo e spodestarla del ruolo di protagonista per il quale ella ha lavorato duramente spettacolo dopo spettacolo) l’unico punto di riferimento certo della sua vita è rappresentato dall’amore materno per suo figlio Roger, paradossalmente molto più capace dei suoi genitori di mantenersi con i piedi ben piantati per terra e di saper inquadrare entrambi per ciò che essi nella realtà sono. “La diva Julia” , ritratto della più grande attrice d’Inghilterra, come pomposamente l’apostroferà spesso Michael nel corso dell’intera narrazione, rappresenta uno spaccato notevole condotto soprattutto dietro le quinte e venato di ironia graffiante dell’ambiente artistico teatrale londinese degli anni trenta del secolo scorso  grazie all’abilità scrittoria di Somerset Maugham che all’epoca si documentò con dovizia di particolari per dare verosimiglianza al suo romanzo articolato con la tecnica del narratore onnisciente. Divertendosi di gusto, grazie a tale artificio, nel lasciar trapelare, spesso con fare ammiccante, tutto ciò che passa per la testa della sua bella e ambiziosa protagonista.

julia

William Somerset Maugham, La diva Julia, ISBN 9788845915437