Un pomeriggio al Kunstmuseum

Un viaggio a Basilea val bene la visita al KuMu, Il Kunstmuseum di città primo esempio di museo borghese svizzero esistente. E
Il mio personale resoconto di un pomeriggio di fine estate alla scoperta di una istituzione che raccoglie una collezione ricchissima ed estremamente composita di opere d’arte dal XV secolo ai giorni nostri capace di soddisfare il gusto di ciascun visitatore.
Con quest’articolo si apre per me una collaborazione da freelance con la rivista Mentinfuga che mi auguro sia lunga e proficua per entrambi
Buona lettura e a presto
Lucia

UN POMERIGGIO AL KUNSTMUSEUM DI BASILEA

Nutrirsi di Arte e Bellezza è il miglior alimento per una quotidianità che gratifichi tutti maggiormente. È probabilmente per questo motivo che la municipalità svizzera di Basilea fa pervenire ai nuovi residenti un carnet contenente il meglio di quanto una città di nuova residenza possa offrire a ogni suo nuovo abitante. Un segno tangibile di civiltà e un invito a guardare oltre, alla ricerca di ciò che possa rappresentare il meglio sempre.

Vorrei poter dire che dall’inizio è stato questo lo spirito con cui mi sono apprestata a visitare il Kunstmuseum di Basilea ma non sarei onesta. Ma la flessibilità mentale è fatta anche per ricredersi sulla prima opinione che in modo razionale formuliamo sempre su cose, persone e situazioni della vita, e questa particolare circostanza per me non lo è stata da meno. Ed è così che un momento di relax, ritagliato in un pomeriggio estivo in cui ero in visita per la mia terza volta nella città capitale dell’omonimo cantone si è trasformato in pura meraviglia.

Il Museo d’Arte di Basilea, Kunstmuseum Basel per i locali, è un concentrato di magnificenza artistica a partire da XV secolo e a terminare in età contemporanea. Difficile non trovare un’opera che non sia nelle corde di ciascun visitatore: la ricchezza espositiva la fa da padrone ma in maniera sobria, senza ostentazione. Le molte sale collocate in tre siti diversi e arricchite da circa 300.000 capolavori incontrano il favore di ogni visitatore permettendogli di fare un viaggio nel tempo equilibrato fatto anche di fisicità e movimento, poiché il museo è strutturato su più piani e livelli oltre che in due distinti edifici posti l’uno di fronte all’altro in stretta connessione attraverso un corridoio comunicante sotterraneo che lega lo Haupbau al Neubau. La storia di questo museo antico è altrettanto singolare. Nasce nel 1661 come collezione privata della famiglia di incisori e stampatori Amerbach che la mette a disposizione della collettività dieci anni dopo facendola diventare il primo esempio di museo borghese al mondo caratterizzato da acquisizioni recenti in continuo ampliamento. La mia emotività e le mie scelte di pancia, da mera profana, si sono tutte concentrate

nel Gegenwart, la sezione di arte contemporanea, che incontra appieno la mia sensibilità stuzzicata tuttavia dalla grande offerta di impareggiabili contributi artistici forniti anche nei due su menzionati siti.

Nel fotografare i dipinti e le opere per me più significativi per conservarne memoria tangibile ho avuto davvero l’imbarazzo della scelta, perdendomi tra i tanti grandi artisti come una bambina d’antan che non sa cosa privilegiare in un negozio di dolci o giocattoli. La mia immaginazione si è persa anche alla vista dei giochi di chiaroscuro dei raggi di sole filtrati attraverso le imposte socchiuse e riflessi sul tendaggio chiaro che orna molte delle ampie finestre della costruzione: una chicca extra nella mise en place, se mi si lascia passare l’espressione, fatta con sapienza dai curatori forsanche per permettere al visitatore sorpreso da tanta abbondanza di genialità di stemperare la propria attenzione attingendo a piccoli particolari evocativi prima di continuare con rinnovata energia nell’esplorazione di questo unicum artistico spazio-temporale.  Potrei citare qualcuno degli Artisti in esso collocati ma mi sembrerebbe di fare quasi un torto alla maestria degli altri. Posso solo dire che Impressionismo, Cubismo, Espressionismo ma anche Dadaismo, Surrealismo, Costruttivismo, Pop Art e Minimalismo, Modernismo Classico, la stessa arte rinascimentale rappresentata dai capolavori fiamminghi dell’Alto Reno convivono con grande saggezza a poca distanza gli uni dagli altri con le esposizioni temporanee offrendo a tutti attraverso il loro percorso tematico un messaggio di chiara inclusività non semplicemente artistica. Un invito a praticare Bellezza senza preclusioni o pregiudizi di sorta, ribadito dall’idea felice di alternare alla sobria impostazione strutturale museale che è propria dell’intera struttura un bistrot collocato nel cortile interno del KuMu che fa anche da cornice a gradevoli eventi musicali dal vivo.

Potrei concludere affermando che questa Istituzione rappresenta un ottimo biglietto da visita per i nuovi abitanti e per i tanti ospiti di passaggio di questa città svizzera internazionale e dalla vocazione molto europea, protesa nel futuro ma pregna di memorie passate e di richiami concreti ed efficaci al presente.

Un augurio di benvenuto che ha la leggerezza dell’adesivo rosa che funge da biglietto ricevuto all’ingresso con la preghiera di apporlo ben visibile sugli abiti; il mio rigorosamente ad altezza di cuore, e non avrebbe potuto essere diversamente.

Lucia Guida

Kunstmuseum Basel | Hauptbau, St. Alban-Graben 16, 4010 Basel

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Courtesy of Basel KuMu, shot by Mark Niedermann (2022)L’articolo originale è qui 

Ricette d’autore: torta nuvola alla zucca

Tempo d’autunno e tempo di cibi homemade in puro stile comfort food. La mia ricetta per voi, sperimentata e realizzata di recente mescolando procedimenti di varia provenienza, è quella di una morbidissima torta alla zucca da gustare con una buona tazza di té o cioccolata calda o al mattino a colazione. O, magari, anche talvolta a fine pasto quando la voglia di qualcosa di dolce si fa sentire  con più imperiosità del solito. Buone cucinette e a presto

Lucia

Torta nuvola alla zucca

Ingredienti:

  • 130 gr di zucca già pulita e privata della buccia
  • 145 gr di farina 00 per dolci
  • 60 gr di farina di mandorle o di mandorle sminuzzate finemente da voi
  • 50 ml di olio di semi di mais
  • 40 ml di latte (io ho usato quello senza lattosio, ma se preferite potete mettere anche quelo intero, scremato o altro)
  • 110 gr di zucchero semolato bianco
  • 3 uova medie
  • due terzi di lievito per dolci in bustina
  • la buccia grattugiata di un limone o un’arancia bio
  • 2 cucchiai di arancello o di un liquore a base di arancia
  • un pizzico di sale
  • zucchero a velo per decorarne la superficie

Preparazione

Frullare i pezzi di zucca con il latte e l’olio di mais sino a quando non si è ottenuta una crema uniforme. A parte montare a neve ferma gli albumi con due cucchiai dello zucchero in precedenza pesato e un pizzico di sale; con i tuorli, invece, preparare in un altro contenitore una miscela ottenuta amalgamando bene lo zucchero rimasto e la buccia grattugiata dell’agrume prescelto. In una coppa versare, quindi, la cremina di zucca mescolandola con delicatezza agli albumi già montati aggiungendo alla fine il liquore. Per evitare che il composto si sgonfi inserire pian piano le farine di grano e di mandorle utilizzando una spatola dal basso verso l’alto. Ottenuta una miscela omogenea, versarla in uno stampo di cm 24 in precedenza imburrato e infarinato che verrà messo in forno preriscaldato a 170° per circa 30′ (io consiglio di saggiarne la cottura alla fine del tempo inserendovi uno stecchino: se ne fuoriesce asciutto il dolce è pronto, altrimenti bisognerà aggiungere qualche altro minuto).  Aspettare che la torta si raffreddi del tutto quindi trasferirla in un piatto e cospargerla di zucchero a velo sulla superficie.
Buon appetito a tutti!
Enjoy!

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