Per andare oltre con “Oltre”: Lucia ci parla del suo ultimo libro “Oltre la porta socchiusa” in Associazione Culturale Gigino Braccili



Non è semplice parlare di sè da un punto di vista scrittorio perorando la bontà o comunque pianificando in prima persona il lancio dell’ultimo libro pubblicato attraverso un articolo che parli delle peculiarità di quest’ultimo perché il pericolo di mostrarsi al pubblico dei lettori debordante in termini di autoreferenzialità è sempre in agguato. È ciò che ho subito pensato quanto Umberto Braccili, giornalista di grande caratura professionale e morale, mi ha proposto di farlo attraverso le pagine del sito portavoce dell’Associazione Culturale intitolata a suo padre Gigino di cui è amministratore attento. Il suo portale, per il quale anch’io in passato ho scritto con grande piacere, è seguitissimo. Ho, quindi, accettato la sfida con un po’ di batticuore sperando con tutta me stessa di non indulgere in sbavature di tipo emotivo e sentimentale.
A presto

Lucia     

Lucia ci parla del suo ultimo libro “Oltre la porta socchiusa”

di Lucia Guida

Quale potrebbe essere la procedura più efficace per parlare di sé stessi e delle proprie produzioni letterarie? Forse la stessa utilizzata per descrivere a qualcuno un figlio? Una sorta di orgoglio malcelato, tutto materno e umanamente comprensibile e per certi versi condivisibile, cercando di mantenere una giusta e doverosa patina di obiettività? È quello che ho pensato quando Umberto Braccili mi ha proposto di parlare nel suo blog dedicato alla memoria di suo padre Gigino di “Oltre la porta socchiusa”, mio quarto romanzo e terzo di una trilogia iniziata nel 2016 intitolata “Prospettive Urbane”. Sesto in ordine di arrivo dopo, come già annunciato, altri romanzi e due sillogi, una di racconti e una di poesie.

È con questo stato d’animo ambivalente che mi appresto in questo compito per certi versi difficile. Potrei iniziare dicendovi che per una madre un nuovo figlio riceve la stessa quantità di amore destinata a quelli che lo hanno preceduto per nascita e non sbaglierei affatto. Aggiungerei anche che la stesura di “Oltre” è stata assai ponderata, forse più degli esemplari precedenti. Ha risentito della stasi del periodo pandemico. Un lasso di tempo che mi ha privata di idee, entusiasmo e voglia di fare, scrittoriamente parlando, spingendomi istintivamente su altri versanti creativi: quelli caratterizzati da un’operosità concreta, silenziosa, di tipo manuale permeati di pensiero profondo che non necessita di manifestarsi in superficie ma che pure c’è e ha il suo preciso peso specifico.

Già da allora sentivo l’urgenza di portare a termine la trilogia di cui sopra iniziata con “Romanzo Popolare” (2016) di Amarganta, una storia di famiglie amiche, di vicissitudini liete e tragiche narrata in un decennio d’antan compreso tra il 1965 e il 1975 e ambientato nel popoloso quartiere di San Donato a Pescara; continuata in un condominio di semiperiferia di epoca contemporanea, una palazzina liberty fulcro delle storie dei suoi abitanti diversi gli uni dagli altri, punti di forza e punti di debolezza, raccontata in “Come gigli di mare tra la sabbia” (2021), Alcheringa. Era arrivato il tempo di stringere ulteriormente il cerchio: di andare in profondità e parlare del microcosmo di Alice Bellucci, 45 anni, di bell’aspetto e belle speranze, donna alla ricerca di un baricentro esistenziale e affettivo-sentimentale. Delle sue giornate lunghe a dismisura ritmate da una lenta opera di riabilitazione psicofisica.

Delle sue speranze, delle sue disillusioni, della sua volontà e caparbia nel volersi riappropriare di un’autonomia personale messa a dura prova da un grave incidente automobilistico. Degli uomini da lei incrociati che difficilmente accettano di svelarsi per ciò che sono e sentono realmente, di affetti familiari certi che restano quando tutto il resto svanisce; di lavoro e precarietà; di un paio di occhiali dalle lenti appena scurite, non più rosa, che permettono alla protagonista di percepire il quotidiano per ciò che è e rappresenta in concreto. Certamente con buona dose di resilienza che non è mai accettazione passiva di tutto ciò che ci accade o che ci potrebbe capitare. 

Scatto della fotografa Cristiana Greco, presentazione di "Oltre la porta socchiusa" (2024) Arkadia del 7 settembre 2024 al Ritrovo del Parrozzo di Pescara

Potrei dirvi moltissimo altro ancora. In fondo, lo dicevamo poc’anzi, a una genitrice fiera della propria progenie piace parecchio parlarne a terzi. Vi invito, invece, a leggere questa narrazione reperendola in web su uno dei tanti portali librari o, ancora meglio, a richiederla nella vostra libreria preferita. A entrare nella prospettiva di Alice, sopravvissuta e vincitrice laddove è stata ampiamente anche vinta e sopraffatta dalle circostanze dell’esistenza, ha pianto, si è disperata, ha temuto per sé stessa.


Soprattutto di venirmi a sentire nelle presentazioni che farò a breve (la più vicina nel tempo è programmata per sabato 7 settembre a Pescara, ore 17,30 al “Ritrovo del Parrozzo”, ma ce ne saranno tante altre a seguire).  Per un autore, al di là delle vendite di un libro (che di sicuro “fanno classifica”) la cosa forse più importante, pregnante, è quella di essere ascoltati. Di contraltare con il pubblico di lettori e potenziali lettori. Di incontrarsi sul filo empatico dell’affabulazione: un processo meraviglioso  che è fatto di dare e avere in misura eguale. Uno scambio di energia notevole, anche in caso di opinioni contrastanti.

Vi avevo promesso di essere poco celebrativa, spero di essermi decorosamente attenuta ai patti e di avervi incuriositi. Confidando di averli prossimamente con me ringrazio di cuore per la pazienza mostrata tutti coloro che hanno scelto di restare in mia compagnia in questi cinque  minuti di lettura silenziosa. 

Sinceramente vostra,

Lucia

Lucia Guida, “Oltre la porta socchiusa” (2024) Arkadia Editore

ISBN 978 88 68514969    € 16,00

https://luciaguida.wordpress.com/

http://www.arkadiaeditore.it/lucia-guida/

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In foto da sinistra a destra Daniela D'Alimonte, Lucia Guida, Umberto Braccili ed Edmea Marzoli in occasione della prima presentaziode di "Romanzo Popolare" al Centro britti in Pescara (2016). Scatto di Luciano Onza

È possibile leggere in originale l’articolo qui 

Presenting “Interlinee”, my first poetry collection

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Libreria ed Emporio del Benessere ‘I luoghi dell’anima’, 20th October 2018, Pescara 

From left to right M° Luciano Vittorio Di Bernardo, Arianna Di Tomasso, Lucia Guida and Tiziana Di Tonno – shot by Guerino Di Francesco

 

 

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FLA 2018 – XVI Edizione del Festival delle letterature dell’Adriatico, Pescara, 11th November 2018


Presenting my book with Daniela D’Alimonte, poet and essayst – shot by Luciano Onza

 

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“Pandolce” Pastry Shop and Literary Bistrot, Pescara, 9th December 2018

Lucia Guida with Flora Amelia Suárez Cárdenas, poet and writer, and Lucio Vitullo, poet – shot by D. Quaglietta

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“Bottega Il Mandorlo”, Fair Trade Emporium in Pescara, 3rd January 2019

Lucia Guida with Rosy Siani, counselor- shot by Lucio Vitullo

 

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“Buffet di Libri”, Aurum, Sala Tosti in Pescara, Italy, 22nd February 2019
with Vittorina Castellano

shot by Flora Amelia Suárez Cárdenas

 

“Compito dello scrittore non è occuparsi del treno né dei suoi passeggeri stanchi e macilenti né del paesaggio che scorre veloce nella direzione opposta, ma del minuscolo coriandolo di carta che si stacca dal biglietto appena vidimato e che nel giro di qualche decimo di secondo sparisce in una dimensione della quale nessuno ha conoscenza”.

Paolo Zardi, writer (2013)

 

‘Romanzo Popolare’ al FLA 2016

Ci ho messo una settimana per fermare in questo blog in un articolo  le emozioni e le sensazioni che hanno accompagnato questa mia seconda partecipazione al FLA, il Festival delle Letterature dell’Adriatico di Pescara, città in cui vivo e lavoro, quest’anno alla sua quattordicesima edizione.

Saranno le foto di quattro amici fotografi a narrare, per chi volesse dar loro uno sguardo, un pomeriggio per me molto intenso, connotato da un’emotività a cui spesso non so dare un freno. Sono abituata a parlare in pubblico ma ogni presentazione di una mia creatura è sempre un salto nel vuoto. A tendere con disponibilità un telone pronto ad accogliermi con morbidezza ci sono stati gli amici di sempre, nuovi amici  e persone che di me non avevano mai sentito parlare e che mi hanno regalato un po’ della loro attenzione e del loro tempo.
Buona visione e buona lettura
Lucia

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Il principio di ogni cosa è fatto sempre di una sottile linea da travalicare. Eccomi qui con Arianna Di Tomasso, meravigliosa ‘madrina’ dell’evento, ad ascoltare l’introduzione di una delle tante volontarie del FLA prima di spiccare il volo.

Foto di Cristian Palmieri

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Per vincere l’emotività occorre concentrazione, tanta. Stringere tra le mani il mio libro mi ha aiutata a fare mente locale. Parlare vestita a festa mi ha dato la spinta giusta per celebrare questo terzo ‘figlietto’ che tanto mi ha fatta penare prima di venire al mondo

Foto di Guerino Di Francesco

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Buttarsi nella mischia con un sorriso interagendo con tutta me stessa alle domande belle e impegnative dell’intervista di Arianna è stata una bella sfida. Soprattutto con me stessa.

Foto di Ninoska Valente

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Ringraziare il mio pubblico un atto piacevole e dovuto di gratitudine per il tempo che tante persone hanno deciso di regalarmi in un pomeriggio domenicale soleggiato e lento.

Foto di Luciano Onza

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Il firmacopie, momento di relax per ogni autore, per me rappresenta la possibilità concreta di personalizzare il mio grazie più sincero

Foto di Valeria Maddalena

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La curiosità del festival: farmi prestare da una volontaria il ‘laccio’ per il mio pass. E poi restituirglielo in tempo dopo averne recuperato un altro a casa: la penitenza da pagare per essermi accreditata quest’anno in ritardo.

Foto di Lucia

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“Questa è la parte più bella di tutta la letteratura: scoprire che i tuoi desideri sono desideri universali, che non sei solo o isolato da nessuno. Tu appartieni”.                                                               F.S. Fitzgerald                                            

La mia speranza di autrice è che qualche pezzetto del mio ‘Romanzo’ possa davvero conquistare la sensibilità dei suoi lettori anche grazie a begli eventi come questo.

Foto di Lucia

La parola al recensore: ‘Romanzo Popolare’ visto attraverso gli occhi di Antonio Fresa per ‘Mentinfuga’

Cari amici, vi propongo stasera la recensione del mio ‘Romanzo’ fatta da Antonio Fresa per il periodico online dell’Associazione Culturale Mentinfuga.

Una prospettiva chiara e accurata verso cui guardare alla mia storia di provincia e alle vicende personali di gente comune ma non ordinaria.

Buona lettura

A presto

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ph. credits: foto di Luciano Onza

Romanzo Popolare: Lucia Guida

L’ultimo romanzo di Lucia Guida è ambientato a Pescara e racconta la storia di due famiglie che incrociano il proprio destino. Due donne che stringono una vera e duratura amicizia. Famiglia, amore, odio e violenza sono alcuni degli ingredienti che la scrittrice miscela con sicurezza in un romanzo dalla solida struttura.

Piccola premessa: come un’introduzione

Non si pretende qui di illustrare ai nostri lettori tutte le vicissitudini che la “forma romanzo” ha incontrato negli ultimi decenni. La smania sperimentale, e anche una sorta di spirito dell’epoca, avevano portato anche a parlare di morte del romanzo.
Con quell’espressione, ben evidentemente applicata a tanti linguaggi diversi, non s’intendeva evocare una profezia sulla scomparsa del romanzo.
Si voleva, piuttosto, segnalare la continua trasformazione di modi e forme che non consentivano più, con la forza di un canone, di assegnare o sottrarre valore alle opere proposte.
Sperimentazioni formali, linguistiche e anche più azzardate hanno permesso, invece, almeno ai lettori più affezionati, una selezione sempre più netta fra quello che amavano e quello che li lasciava poco convinti.
Insomma, il romanzo non è morto e sembra, anzi, avere buona salute ancora oggi.

Citazione 1
Visibilmente era la stessa di sempre. La sua infedeltà coniugale non aveva scalfito la sua affettuosità né la sua disponibilità di madre.
Sarebbe stata lei l’unica a fare i conti con un’unione che non la soddisfaceva più ma che non se la sentiva di infrangere. Sarebbe stata una donna a metà.
Una donna a un bivio imboccato a fronte alta e senza nessun ripensamento.
Salvezza e morte assieme, soltanto il tempo avrebbe potuto stabilirlo.

Il romanzo di Lucia Guida si presenta, data la breve premessa, quanto mai interessante e, mi si passi il termine, godibile per la volontà di ridare forza e spessore a unanarrazione rigorosa e ben strutturata.
Prima ancora di passare ad analizzare la vicenda, ci piace sottolineare la qualità dell’ambientazione e la descrizione dei personaggi.
C’è solidità nella scrittura di Lucia Guida che, lungi dal cadere nel formalismo, non impedisce il fluire di sensazioni e sentimenti che la vicenda induce.
La scrittrice sembra, infatti, aver trovato un equilibrio davvero notevole fra l’indignazione e il dolore che la vicenda suscita, e lo sforzo di onestà – si direbbe davvero sofferto date le tematiche trattate – nel presentare i diversi personaggi che si alternano sulla scena.

Citazione 2
Con l’ultimo briciolo di forza che le restava, Maria aveva tirato a sé una seggiola di legno dal fondo compatto, cercando di indirizzarvi il peso morto di un uomo che si dimostrava incapace di fare altro se non stringere a sé due bottiglie di Montepulciano. La sedia aveva scricchiolato ma era riuscita sostenere il peso che vi si era accasciato sopra senza parole, gli occhi socchiusi privi di espressione.
Maria aveva tamponato le gocce di sudore che le rigavano il viso disfatto con un fazzoletto tratto da una tasca del grembiule da cucina.
Matteo si era diretto verso la sua stanza con passo silenzioso.

I nostri lettori più affezionati sanno che il nostro tentativo è sempre quello di offrire tutti gli elementi utili a formarsi un’idea del testo che vanno a incontrare, senza però dissolvere la sorpresa e la scoperta.
Ci limitiamo, quindi, a una ricognizione generale che non intende avere pretese di completezza.
Lo spessore, la ricchezza e la complessità dei personaggi creati da Lucia Guida richiedono, infatti, una più attenta e partecipata lettura.

Palazzine e palazzi, cortili e strade: una cittadina come tante. In questo caso Pescara, nel 1965.
Le une sulle altre si alternano le luci della cucina e quelle delle altre stanze.
Le famiglie vivono la loro vita; le famiglie sembrano somigliarsi in quelle strade animate da poco.
Il lavoro, la scuola per i figli e tante donne, divise fra le esigenze della casa e la volontà di contribuire alla magra economia domestica.
Sollevando appena la testa, le luci che si avventurano verso la strada o nel cortile fanno presagire che tutto vada bene e che tutto andrà bene.
La famiglia Terenzi e la famiglia De Carlo potrebbero anche diventare amiche, scambiarsi qualche cortesia.
In fondo Teresa De Carlo si è trasferita da poco a Pescara per raggiungere suo marito e stabilirsi lì anche con i due figli: Lidia e Giacomo.
Le farebbe piacere stabilire qualche contatto, coltivare qualche rapporto.
Maria Terenzi è la madre di Matteo ed è sposata con Michele.
I personaggi ci vengono incontro e ci fanno conoscere le loro prerogative.
Solidale e capace di resistere alle difficoltà della vita, pieno di un reciproco rispetto, il rapporto che si struttura fra Maria e Teresa sembra la nota più positiva dell’intera storia.

Citazione 3
Ciò che Giselda desiderava era scomparire alla vista di chicchessia. Se avesse potuto, si sarebbe trasformata in aria dall’odore salmastro, come quella respirata in riva al mare da bambina, in un tempo che le sembrò troppo lontano. Aveva voglia di pace e di pulizia. Di tranquillità. Desiderava, forse, qualcosa che per lei non c’era. Non voleva che il suo citiletto, già così presente con i suoi guizzi impalpabili, ne avesse a soffrire in modo prematuro.

Potrebbe sembrare tutto semplice. Queste donne (Maria e Teresa), e altre che incontreremo (Giselda), nascondono, invece, segreti dolorosi e tragedie devastanti.
Hanno appreso da sempre a dissimulare, a celare, a rappresentare una serenità che non c’è.
La minaccia, sotto forma di un tradimento coniugale o di un’indicibile violenza domestica a causa di un marito alcolista, è continua e lo sforzo di controllare la situazione assume tratti che somigliano a un martirio.
Maria sopporta le violenze del marito e cerca di tenere il figlio Matteo al riparo dalla brutalità paterna.
Matteo cresce in una situazione che non gli consentirà di stabilire legami affettivi e scoprirà troppo tardi il suo bisogno d’amore e di stabilità.
La morte tornerà più volte a sconvolgere l’esistenza di queste donne che, in realtà, chiedevano amore, comprensione e affetto ed hanno, invece, incontrato uomini che hanno negato anche le loro emozioni.
La rinuncia all’amore, la violenza subita, l’abbandono nel momento più duro, una sorda cattiveria che si fa accanimento: tante tappe di un cordoglio che si stempera appena nella condivisione dell’amarezza del proprio destino.
Altra epoca? Altra Italia? Al centro, sempre, la difficile opera delle donne che chiedono di poter determinare la propria esistenza.

Citazione 4
Volte e volte in cui mi sono ritrovata per terra, ammaccata e dolorante, perché lui mi aveva fatto perdere i sensi. Alla fine non ce l’ho fatta più e ho deciso di dargli anch’io una lezione. Una di quelle che si ricordano finché campi.
 Una sera l’ho aspettato nella penombra di casa che rientrava, ciucco come al solito. In un angolo c’ero io. Non ho dovuto penare troppo per fargli perdere l’equilibrio. Prima di chiudere gli occhi l’ho visto stupirsi scoprendo l’espressione del mio viso. Ero seria e determinata. L’ho fatto per Matteo.
Per liberarlo. Ma non è bastato. O forse è stato troppo. La vita è una ruota che gira e Matteo di cattiverie ne ha avute per tutti.
Antonio Fresa, 24 aprile 2016

Lucia Guida
Romanzo Popolare
Amarganta, 2016
Pagine 174, € 12,50

 

L’articolo originale lo trovate qui

 

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ph. credits: larchivio.org

 

Presenting “Romanzo Popolare”, my second novel

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Centro Polivalente ‘Mons. G. Britti’, 27th February 2016 , Pescara, Italy

From left to right Daniela D’Alimonte, Lucia Guida, Umberto Braccili and Edmea Marzoli

(Photo by Luciano Onza)

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Rossella Circeo’s Pottery Studio, 12th March 2016, Pescara, Italy

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” Primo Vere ” Fair Trade Emporium in Pescara,  Italy, 19th March 2016

Ilaria Grasso and Lucia Guida talking about “Romanzo Popolare”

(Photo by Lucio Vitullo)

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“Caffè Letterario Notturno Sud” in Bologna, Italy, 9th April 2016

Angela Di Bartolo introducing Lucia Guida’s ‘Romanzo Popolare’

(photo by Daniela Biagini)

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Libreria Coop, S. Giovanni Teatino (Ch) 15th April 2016

Arianna Di Tomasso and Lucia Guida introducing  “Romanzo Popolare”

(photo by Erika Panichi, Libreria Coop bookseller)

 

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Salone del Libro 2016 , Turin – 14th May 2016

(ph. credits: Cristina Lattaro)

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‘Mercoledì d’Autore’, Gran Caffè Cigno, Chieti Scalo (Italy), 1st June 2016

with the authors Alessio Masciulli and Angela Iezzi and Luigi Di Leonardo, Mondadori Bookstore bookseller

( photo by Alessandra Zaccagnini)

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(shot by Cristian Palmieri)

FLA 2016 – XIV Edizione del Festival delle letterature dell’Adriatico, Pescara, 13th November 2016


Presenting my book with Arianna Di Tomasso, Premio Aurum and Settimo Senso International Film Festival Art Director and Creator

 

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‘Buone Feste con i libri’

Gran Caffè Cigno

Chieti Scalo, 21st December 2016

Lucia presenting herself

(photo by Alessio Masciulli)

 

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“UnLibroInUnQuartoDora”

Rosadonna Festival 2017

Pescara, Aurum, Sala Barbella

 

Presenting my novel with Gianni Totaro, poet

(photo by Flora Amelia Suàrez Càrdenas)

27th May 2017

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‘Presentazioni fuori dal coro’
Palazzo del mare in Roseto degli Abruzzi (Te)
Lucia Guida with Gianni Totaro, poet
15th October 2017

(Evila Rosa Tovar photographer)

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‘Poeti e Scrittori d’Abruzzo’

Circolo Aternino in Pescara, 19th October 2017
Lucia presenting ‘Romanzo Popolare’ by L. Guida

 

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Festival dello Scrittore, Tolè (Bo)
15th July 2018

with Cristina Orlandi

(Katia Brentani photographer)

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Abruzzo Book Festival, Castellalto (TE)

21st  July  2018

with Luisa Ferretti

(Ph. credit: Abruzzo Book Festival)

 

 

” (…) for one writes only half  the book; the other half is with the reader (…)”

‘Si scrive soltanto una metà del libro, dell’altra metà si deve occupare il lettore.’
Letter to Cunninghame Graham (1897), Joseph Conrad