Recensioni d’antan. “Questo indomito cuore” di Pearl S. Buck

Secondo anno consecutivo come articolista freelance per Mentinfuga, rivista web  indipendente con la prima recensione di un romanzo della scrittrice americana Pearl S. Buck.
Buona lettura a tutti
A presto


RECENSIONI D’ANTAN. “QUESTO INDOMITO CUORE” DI PEARL S. BUCK

Che cosa accade quando in una vecchia libreria domestica trovi libri di grande narrativa straniera nelle loro prime edizioni italiane? Incuriosita provi a leggerli. E scopri che accanto alla traduzione che rispecchia fedelmente gli standard linguistici dell’epoca c’è la freschezza e l’attualità di capolavori senza tempo. Ecco Questo indomito cuore di Pearl S. Buck.
Susanna Gaylord è una talentuosa e giovane ragazza americana. Vive in una piccola città americana di provincia negli anni trenta in una famiglia composta da padre, professore universitario e musicista mancato, madre e Maria, personaggio emblematico, che mal sopporta il fatto di avere accanto a sé una sorella così geniale. Susanna si percepisce da sempre come una outsider nell’ambiente di provenienza pur mantenendo un basso profilo per rendersi bene accetta al suo entourage; il suo sogno è quello di realizzarsi come Donna formando una famiglia con Marco, suo ex compagno di scuola che la adora da sempre, continuando in parallelo a coltivare il dono artistico che possiede da bambina conducendo un’esistenza tranquilla in un contesto urbano in cui poco posto è lasciato ai desideri e alle aspirazioni femminili. Sceglie di diventare madre perché considera la maternità un ulteriore modo creativo per infondere la vita che scorre attraverso le opere in creta che realizza.
Queste velleità trovano grande risonanza in suo marito che pur rendendosi conto della disparità culturale che li separa è ben intenzionato a supportare per quanto possibile sua moglie sino alla fine dei suoi giorni, arrivando a sacrificare la sua vita così come Susanna, quanto meno all’inizio della loro biografia coniugale ha fatto, negandosi opportunità di crescita all’estero.  La perdita del coniuge dà a Susanna, che non vuol restare intrappolata in un’esistenza piatta e incolore, la forza di intraprendere quel viaggio di rifinitura artistica e culturale a Parigi tanto caldeggiato da uno dei suoi maestri, l’affermato scultore Barnes. Susanna parte accompagnata da Giovanna, tata tuttofare dei suoi figli Giovanni e Marzia, con poche sostanze e molto entusiasmo. A Parigi oltre ad affinare la sua arte ha la possibilità di riscoprire la sua femminilità grazie a Blake Kinnaird, americano, artista a tempo perso appartenente a una facoltosa famiglia che se ne innamora e in poco tempo la convince a sposarlo. Rientrata negli Stati Uniti Susanna mal si adegua alla routine tipica di un’agiata moglie newyorkese e a un sentimento in cui riconosce una certa manipolazione da parte dell’uomo che ha accanto. Pian piano riprende la sua attività di scultrice incoraggiata da Michele, giovane pittore estremamente capace anche se non particolarmente convinto della sua abilità, e dal suo antico mentore Barnes ottenendo risultati notevoli sino a diventare un’artista affermata a dispetto di una società che mal sopporta donne dai meriti particolari capaci di vivere di luce propria invece che di luce riflessa. Il personaggio di Susanna è dalla Buck ben tornito; scolpito con la stessa abilità che la sua eroina mette nella forza con cui si cimenta materialmente e simbolicamente nella creazione di statue dalla grandezza imponente ricavate da blocchi di marmo pregiato, mentre il suo secondo marito resta prigioniero altrettanto metaforicamente in un’arte sterile che vorrebbe essere innovativa ma che non vi riesce restando mero esercizio virtuosistico di abilità fine a sé stessa. Susanna, al contrario, fa tesoro di quanto la vita le ha consentito di apprendere sublimandolo in opere in cui con sapienza coniuga tecnica e capacità di interpretare l’anima di chi ritrae creando uno stile suo, personale e particolare, che le consente di ottenere il plauso di critici importanti come Hart e Barnes. Il sacrificio della sua vita privata (divorzierà da Blake riprendendosi quella parte di sé stessa di cui il marito l’aveva privata tentando di adeguarla alla sua idea preconcetta di compagna di vita)  le consentirà di vivere in equilibrio con la propria interiorità, portando con sé soltanto gli affetti più cari: i suoi due figli, la fedele governante, sua madre, Barnes. Quelle persone che in maniera disinteressata le hanno consentito di realizzarsi come Donna ma soprattutto come Persona in tempi in cui la società e le consuetudini avrebbero voluto per lei strade diverse. Con un ritorno felice al punto di inizio di questa storia: la fattoria in cui ha intrapreso i primi passi d’artista ai tempi del primo matrimonio, in un ambiente lontano dalla città in cui è nata abbastanza per continuare a esercitare talento e abilità in una riconquistata prospettiva esistenziale essenziale e feconda.
Lucia Guida

*Letto nell’edizione del 1940 di Arnaldo Mondadori per la collana Medusa

Note biografiche su Pearl S. Buck (ndr)

Pearl S. Buck nasce nel 1892 a Hillsboro, West Virginia. Figlia di migranti di origine europea si trasferisce da bambina con i suoi genitori missionari della chiesa presbiteriana in Cina dove assorbe molto della civiltà del popolo con cui vive a stretto contatto. Nonostante i frequenti rientri in America conserva un legame forte con la Cina ritornandovi più volte dopo aver conseguito negli Stati Uniti la laurea in letteratura inglese che le varrà la docenza in quest’ambito all’Università di Nanchino prima di riparare successivamente in Giappone. Vincitrice dell’ American Academy of Arts and Letters , del premio Pulitzer nel 1932 per il romanzo The Good Earth e successivamente nel 1938 del premio Nobel per la letteratura. Sensibile a tematiche sociali con riferimento soprattutto all’infanzia deprivata dei bambini di tutto il mondo fonda la “Pearl S. Buck International”. Lascia un’eredità letteraria consistente pari a oltre ottanta opere di varia tipologia di cui alcune scritte sotto pseudonimo. Muore nel Vermont nel 1973 di cancro chiedendo che il suo nome venga riportato sulla lapide in caratteri cinesi come omaggio alla sua patria di elezione.

NB: L’articolo in originale è qui 

Un pomeriggio al Kunstmuseum

Un viaggio a Basilea val bene la visita al KuMu, Il Kunstmuseum di città primo esempio di museo borghese svizzero esistente. E
Il mio personale resoconto di un pomeriggio di fine estate alla scoperta di una istituzione che raccoglie una collezione ricchissima ed estremamente composita di opere d’arte dal XV secolo ai giorni nostri capace di soddisfare il gusto di ciascun visitatore.
Con quest’articolo si apre per me una collaborazione da freelance con la rivista Mentinfuga che mi auguro sia lunga e proficua per entrambi
Buona lettura e a presto
Lucia

UN POMERIGGIO AL KUNSTMUSEUM DI BASILEA

Nutrirsi di Arte e Bellezza è il miglior alimento per una quotidianità che gratifichi tutti maggiormente. È probabilmente per questo motivo che la municipalità svizzera di Basilea fa pervenire ai nuovi residenti un carnet contenente il meglio di quanto una città di nuova residenza possa offrire a ogni suo nuovo abitante. Un segno tangibile di civiltà e un invito a guardare oltre, alla ricerca di ciò che possa rappresentare il meglio sempre.

Vorrei poter dire che dall’inizio è stato questo lo spirito con cui mi sono apprestata a visitare il Kunstmuseum di Basilea ma non sarei onesta. Ma la flessibilità mentale è fatta anche per ricredersi sulla prima opinione che in modo razionale formuliamo sempre su cose, persone e situazioni della vita, e questa particolare circostanza per me non lo è stata da meno. Ed è così che un momento di relax, ritagliato in un pomeriggio estivo in cui ero in visita per la mia terza volta nella città capitale dell’omonimo cantone si è trasformato in pura meraviglia.

Il Museo d’Arte di Basilea, Kunstmuseum Basel per i locali, è un concentrato di magnificenza artistica a partire da XV secolo e a terminare in età contemporanea. Difficile non trovare un’opera che non sia nelle corde di ciascun visitatore: la ricchezza espositiva la fa da padrone ma in maniera sobria, senza ostentazione. Le molte sale collocate in tre siti diversi e arricchite da circa 300.000 capolavori incontrano il favore di ogni visitatore permettendogli di fare un viaggio nel tempo equilibrato fatto anche di fisicità e movimento, poiché il museo è strutturato su più piani e livelli oltre che in due distinti edifici posti l’uno di fronte all’altro in stretta connessione attraverso un corridoio comunicante sotterraneo che lega lo Haupbau al Neubau. La storia di questo museo antico è altrettanto singolare. Nasce nel 1661 come collezione privata della famiglia di incisori e stampatori Amerbach che la mette a disposizione della collettività dieci anni dopo facendola diventare il primo esempio di museo borghese al mondo caratterizzato da acquisizioni recenti in continuo ampliamento. La mia emotività e le mie scelte di pancia, da mera profana, si sono tutte concentrate

nel Gegenwart, la sezione di arte contemporanea, che incontra appieno la mia sensibilità stuzzicata tuttavia dalla grande offerta di impareggiabili contributi artistici forniti anche nei due su menzionati siti.

Nel fotografare i dipinti e le opere per me più significativi per conservarne memoria tangibile ho avuto davvero l’imbarazzo della scelta, perdendomi tra i tanti grandi artisti come una bambina d’antan che non sa cosa privilegiare in un negozio di dolci o giocattoli. La mia immaginazione si è persa anche alla vista dei giochi di chiaroscuro dei raggi di sole filtrati attraverso le imposte socchiuse e riflessi sul tendaggio chiaro che orna molte delle ampie finestre della costruzione: una chicca extra nella mise en place, se mi si lascia passare l’espressione, fatta con sapienza dai curatori forsanche per permettere al visitatore sorpreso da tanta abbondanza di genialità di stemperare la propria attenzione attingendo a piccoli particolari evocativi prima di continuare con rinnovata energia nell’esplorazione di questo unicum artistico spazio-temporale.  Potrei citare qualcuno degli Artisti in esso collocati ma mi sembrerebbe di fare quasi un torto alla maestria degli altri. Posso solo dire che Impressionismo, Cubismo, Espressionismo ma anche Dadaismo, Surrealismo, Costruttivismo, Pop Art e Minimalismo, Modernismo Classico, la stessa arte rinascimentale rappresentata dai capolavori fiamminghi dell’Alto Reno convivono con grande saggezza a poca distanza gli uni dagli altri con le esposizioni temporanee offrendo a tutti attraverso il loro percorso tematico un messaggio di chiara inclusività non semplicemente artistica. Un invito a praticare Bellezza senza preclusioni o pregiudizi di sorta, ribadito dall’idea felice di alternare alla sobria impostazione strutturale museale che è propria dell’intera struttura un bistrot collocato nel cortile interno del KuMu che fa anche da cornice a gradevoli eventi musicali dal vivo.

Potrei concludere affermando che questa Istituzione rappresenta un ottimo biglietto da visita per i nuovi abitanti e per i tanti ospiti di passaggio di questa città svizzera internazionale e dalla vocazione molto europea, protesa nel futuro ma pregna di memorie passate e di richiami concreti ed efficaci al presente.

Un augurio di benvenuto che ha la leggerezza dell’adesivo rosa che funge da biglietto ricevuto all’ingresso con la preghiera di apporlo ben visibile sugli abiti; il mio rigorosamente ad altezza di cuore, e non avrebbe potuto essere diversamente.

Lucia Guida

Kunstmuseum Basel | Hauptbau, St. Alban-Graben 16, 4010 Basel

Veduta-esterna-del-Kunstmuseum-Basel-Hauptbau-2022-Foto-Mark-Niedermann-1536x1152

Courtesy of Basel KuMu, shot by Mark Niedermann (2022)L’articolo originale è qui 

On the Road – Strada facendo

Pubblicare un libro non è un traguardo da raggiungere ma un punto di partenza da cui procedere magari lentamente ma possibilmente senza fermarsi. Ponderando le tappe da colmare ma mantenendo una certa continuità e sistematicità. 
Ecco cosa è successo nell’arco di tempo di un mese dall’uscita del mio romanzo.

 “Come gigli di mare tra la sabbia”, Alcheringa, presentazione dell’opera nella Sala degli Alambicchi dell’Aurum di Pescara a cura di Arianna Di Tomasso e dell’autrice – 5 giugno 2021.

sala di lato altra prospettiva

 

17 giugno 2021, presentazione virtuale  sulla pagina fb della libreria Booklet di Ozieri (SS) a cura di Mario Borghi, libraio e autore

 

ok 

 

8 luglio 2021,  presentazione nell’ambito della rassegna “Gelati Letterari” patrocinata dal gruppo editoriale Tabula Fati – Terrazza de La Playa, Pescara.
Ph. credit: F. De Dominicis

gelati letterari

 

21 luglio 2021, presentazione nell’ambito della rassegna letteraria “MARZIANI on the beach”, Stabilimento Balneare Aretusa di Pescara

 

aretusa beach

 

26 luglio 2021, presentazione nell’ambito del Primo Cammino Letterario Italiano patrocinato da Masciulli Editore, Riserva Naturale Regionale Sorgenti del Pescara

 

ooo

 

11 settembre 2021, presentazione nell’ambito dell’evento artistico-letterario “Ciliegi, Immagini e Parole” ,  Country House Il Borgo dei Ciliegi di Grottammare (Ap)  

 

presssss

19 novembre 2021, FLA2021 Festival di Libri ed  Altre Cose
Museo delle Genti d’Abruzzo

 

foto presentazione FLA21

 

23 agosto 2022, Salotti Letterari della Casina dei Tigli, Chieti

 

7

 

 

Contributi rassegna stampa

“Come gigli di mare tra la sabbia”, incontro con la scrittrice Lucia Guida, intervista di Ilaria Grasso aka Emma Geddon

Interviste: Lucia Guida, conversazione con Annamaria Lucchese aka Babette Brown

Lucia Guida: “Come gigli di mare tra la sabbia”, recensione a cura di Antonio Frisa su Mentinfuga  

“Come gigli di mare tra la sabbia di Lucia Guida (Alcheringa)”, recensione a cura di Patrizia Debicke  su Libroguerriero 

“Come gigli di mare tra la sabbia”, videorecensione a cura di A. Fresa per Letture per Lettori

“Come gigli di mare tra la sabbia”, Alcheringa, segnalato su Cyrano Factory 

“Come gigli di mare tra la sabbia”, Alcheringa, presentazione video su youtube a cura di ErreVu Videoart 

“Come gigli di mare tra la sabbia, il romanzo di Lucia Guida: finestre su un presente fragile, articolo a cura di Fabio Iuliano su The Walk of Fame

“Come gigli di mare tra la sabbia”, articolo a cura di Fabio Rosica su La Dolce Vita Magazine

“Lo strano condominio di Lucia Guida”, articolo pubblicato da Fabio Iuliano sulla pagina regionale di spettacolo e società del quotidiano “Il Centro” in data 23.09.21

“Come gigli di mare tra la sabbia” al minuto 18:01 della rubrica “Parole d’Autore” di Antimo Amore in Buongiorno Regione di giovedì 30 settembre 2021 e al minuto 17,44 dell’edizione delle ore 14,00 del TGR Abruzzo di sabato 2 ottobre 2021

“Come gigli di mare tra la sabbia, Storia di riscatto su quattro piani dalla penna di Lucia Guida”, articolo pubblicato sulla piattaforma Virtù Quotidiane a cura di F. Iulian

La  recensione di Stefano Carnicelli sulla piattaforma SulmonaPost:

Come gigli di mare tra la sabbia

e sul sito Il Cielo Capovolto:

Come gigli di mare tra la sabbia
“Come gigli di mare tra la sabbia”, Alcheringa, nel palinsesto del FLA 2021 per la sezione L.o.c.

 

 

“The best books (…) are those that tell you what you know already.”
G. Orwell, 1984

Libri e Recensioni sotto l’albero – Alla fine di un anno di scrittura e pubblicazione

Cari amici, quest’anno è stato caratterizzato per me  da grandi battaglie, scrittorie e personali, ma anche da piccole e significative soddisfazioni. ‘Romanzo’ ha raccolto un discreto numero di consensi e apprezzamenti da lettori e addetti ai lavori e questo non può che farmi piacere.
Qualcuno una volta mi ha detto che le recensioni servono a rimpinguare il narcisismo di un autore. Concordo con lui solo in parte. Le recensioni, quelle fatte in modo trasparente e con assoluta obiettività, hanno a mio giudizio anche il pregio di aiutare a crescere quegli autori che le leggono con serenità e che hanno voglia di trarre nuovi stimoli a fare sempre meglio. Senza considerare l’importanza che rivestono nell’orientare il pubblico dei potenziali lettori, di continuo sballottati tra le tante e variegate proposte scrittorie oggi in commercio.
Ho, quindi, pensato di lasciare in questo articolo di dicembre i link di tutte quelle  al momento realizzate per il mio ultimo lavoro.
Se ne avete piacere, date loro uno sguardo. E poi, magari, se le trovate interessanti tanto da incuriosirvi a leggere il mio libro, mettete da parte una copia del mio ‘Romanzo’ sotto l’albero per le persone a cui tenete.

Auguri di buone feste e buona lettura a tutti

A presto

Lucia

 

Dal sito Mentinfuga, bollettino dell’associazione culturale omonima, recensione a cura di Antonio Fresa, scrittore

Il post completo lo trovate qui 

 

ghirigori

 

Dal blog Lettrice al contrario   di Désirée Pedrinelli, ‘(…)  lettrice forte e appassionata ,che si diverte a scovare autori esordienti e piccole realtà editoriali, perché quello che conta è la storia e il talento di chi la scrive’

Qui  l’articolo

 

ghirigori

 

Dal sito di lettura e scrittura Mangialibri a cura di David Frati

Questo il link della recensione fatta per il mio ‘Romanzo Popolare’

 

ghirigori

 

La recensione di Federica Gnomo Twins, blogger e scrittrice per Paper Blog, sito di attualità, cultura e società

Ecco la pagina in web dedicata al mio libro

 

ghirigori

 

‘Chili di libri’ e  e le sue blogger, lettrici appassionate, recensiscono il mio ‘Romanzo’

Ecco l’articolo completo

 

ghirigori

 

Per la rubrica libri del web magazine Sulmona Post, la recensione del mio ‘Romanzo Popolare’ di Stefano Carnicelli, scrittore

Questo il suo post

 

ghirigori

 

Elisa Occhipinti Gelsomino parla del mio libro su ‘Odor di gelsomino’, blog di lettura e scrittura

La sua recensione è qui

 

ghirigori

DSCN8617.JPG

La parola al recensore: ‘Romanzo Popolare’ visto attraverso gli occhi di Antonio Fresa per ‘Mentinfuga’

Cari amici, vi propongo stasera la recensione del mio ‘Romanzo’ fatta da Antonio Fresa per il periodico online dell’Associazione Culturale Mentinfuga.

Una prospettiva chiara e accurata verso cui guardare alla mia storia di provincia e alle vicende personali di gente comune ma non ordinaria.

Buona lettura

A presto

libri luciano onza.jpg

ph. credits: foto di Luciano Onza

Romanzo Popolare: Lucia Guida

L’ultimo romanzo di Lucia Guida è ambientato a Pescara e racconta la storia di due famiglie che incrociano il proprio destino. Due donne che stringono una vera e duratura amicizia. Famiglia, amore, odio e violenza sono alcuni degli ingredienti che la scrittrice miscela con sicurezza in un romanzo dalla solida struttura.

Piccola premessa: come un’introduzione

Non si pretende qui di illustrare ai nostri lettori tutte le vicissitudini che la “forma romanzo” ha incontrato negli ultimi decenni. La smania sperimentale, e anche una sorta di spirito dell’epoca, avevano portato anche a parlare di morte del romanzo.
Con quell’espressione, ben evidentemente applicata a tanti linguaggi diversi, non s’intendeva evocare una profezia sulla scomparsa del romanzo.
Si voleva, piuttosto, segnalare la continua trasformazione di modi e forme che non consentivano più, con la forza di un canone, di assegnare o sottrarre valore alle opere proposte.
Sperimentazioni formali, linguistiche e anche più azzardate hanno permesso, invece, almeno ai lettori più affezionati, una selezione sempre più netta fra quello che amavano e quello che li lasciava poco convinti.
Insomma, il romanzo non è morto e sembra, anzi, avere buona salute ancora oggi.

Citazione 1
Visibilmente era la stessa di sempre. La sua infedeltà coniugale non aveva scalfito la sua affettuosità né la sua disponibilità di madre.
Sarebbe stata lei l’unica a fare i conti con un’unione che non la soddisfaceva più ma che non se la sentiva di infrangere. Sarebbe stata una donna a metà.
Una donna a un bivio imboccato a fronte alta e senza nessun ripensamento.
Salvezza e morte assieme, soltanto il tempo avrebbe potuto stabilirlo.

Il romanzo di Lucia Guida si presenta, data la breve premessa, quanto mai interessante e, mi si passi il termine, godibile per la volontà di ridare forza e spessore a unanarrazione rigorosa e ben strutturata.
Prima ancora di passare ad analizzare la vicenda, ci piace sottolineare la qualità dell’ambientazione e la descrizione dei personaggi.
C’è solidità nella scrittura di Lucia Guida che, lungi dal cadere nel formalismo, non impedisce il fluire di sensazioni e sentimenti che la vicenda induce.
La scrittrice sembra, infatti, aver trovato un equilibrio davvero notevole fra l’indignazione e il dolore che la vicenda suscita, e lo sforzo di onestà – si direbbe davvero sofferto date le tematiche trattate – nel presentare i diversi personaggi che si alternano sulla scena.

Citazione 2
Con l’ultimo briciolo di forza che le restava, Maria aveva tirato a sé una seggiola di legno dal fondo compatto, cercando di indirizzarvi il peso morto di un uomo che si dimostrava incapace di fare altro se non stringere a sé due bottiglie di Montepulciano. La sedia aveva scricchiolato ma era riuscita sostenere il peso che vi si era accasciato sopra senza parole, gli occhi socchiusi privi di espressione.
Maria aveva tamponato le gocce di sudore che le rigavano il viso disfatto con un fazzoletto tratto da una tasca del grembiule da cucina.
Matteo si era diretto verso la sua stanza con passo silenzioso.

I nostri lettori più affezionati sanno che il nostro tentativo è sempre quello di offrire tutti gli elementi utili a formarsi un’idea del testo che vanno a incontrare, senza però dissolvere la sorpresa e la scoperta.
Ci limitiamo, quindi, a una ricognizione generale che non intende avere pretese di completezza.
Lo spessore, la ricchezza e la complessità dei personaggi creati da Lucia Guida richiedono, infatti, una più attenta e partecipata lettura.

Palazzine e palazzi, cortili e strade: una cittadina come tante. In questo caso Pescara, nel 1965.
Le une sulle altre si alternano le luci della cucina e quelle delle altre stanze.
Le famiglie vivono la loro vita; le famiglie sembrano somigliarsi in quelle strade animate da poco.
Il lavoro, la scuola per i figli e tante donne, divise fra le esigenze della casa e la volontà di contribuire alla magra economia domestica.
Sollevando appena la testa, le luci che si avventurano verso la strada o nel cortile fanno presagire che tutto vada bene e che tutto andrà bene.
La famiglia Terenzi e la famiglia De Carlo potrebbero anche diventare amiche, scambiarsi qualche cortesia.
In fondo Teresa De Carlo si è trasferita da poco a Pescara per raggiungere suo marito e stabilirsi lì anche con i due figli: Lidia e Giacomo.
Le farebbe piacere stabilire qualche contatto, coltivare qualche rapporto.
Maria Terenzi è la madre di Matteo ed è sposata con Michele.
I personaggi ci vengono incontro e ci fanno conoscere le loro prerogative.
Solidale e capace di resistere alle difficoltà della vita, pieno di un reciproco rispetto, il rapporto che si struttura fra Maria e Teresa sembra la nota più positiva dell’intera storia.

Citazione 3
Ciò che Giselda desiderava era scomparire alla vista di chicchessia. Se avesse potuto, si sarebbe trasformata in aria dall’odore salmastro, come quella respirata in riva al mare da bambina, in un tempo che le sembrò troppo lontano. Aveva voglia di pace e di pulizia. Di tranquillità. Desiderava, forse, qualcosa che per lei non c’era. Non voleva che il suo citiletto, già così presente con i suoi guizzi impalpabili, ne avesse a soffrire in modo prematuro.

Potrebbe sembrare tutto semplice. Queste donne (Maria e Teresa), e altre che incontreremo (Giselda), nascondono, invece, segreti dolorosi e tragedie devastanti.
Hanno appreso da sempre a dissimulare, a celare, a rappresentare una serenità che non c’è.
La minaccia, sotto forma di un tradimento coniugale o di un’indicibile violenza domestica a causa di un marito alcolista, è continua e lo sforzo di controllare la situazione assume tratti che somigliano a un martirio.
Maria sopporta le violenze del marito e cerca di tenere il figlio Matteo al riparo dalla brutalità paterna.
Matteo cresce in una situazione che non gli consentirà di stabilire legami affettivi e scoprirà troppo tardi il suo bisogno d’amore e di stabilità.
La morte tornerà più volte a sconvolgere l’esistenza di queste donne che, in realtà, chiedevano amore, comprensione e affetto ed hanno, invece, incontrato uomini che hanno negato anche le loro emozioni.
La rinuncia all’amore, la violenza subita, l’abbandono nel momento più duro, una sorda cattiveria che si fa accanimento: tante tappe di un cordoglio che si stempera appena nella condivisione dell’amarezza del proprio destino.
Altra epoca? Altra Italia? Al centro, sempre, la difficile opera delle donne che chiedono di poter determinare la propria esistenza.

Citazione 4
Volte e volte in cui mi sono ritrovata per terra, ammaccata e dolorante, perché lui mi aveva fatto perdere i sensi. Alla fine non ce l’ho fatta più e ho deciso di dargli anch’io una lezione. Una di quelle che si ricordano finché campi.
 Una sera l’ho aspettato nella penombra di casa che rientrava, ciucco come al solito. In un angolo c’ero io. Non ho dovuto penare troppo per fargli perdere l’equilibrio. Prima di chiudere gli occhi l’ho visto stupirsi scoprendo l’espressione del mio viso. Ero seria e determinata. L’ho fatto per Matteo.
Per liberarlo. Ma non è bastato. O forse è stato troppo. La vita è una ruota che gira e Matteo di cattiverie ne ha avute per tutti.
Antonio Fresa, 24 aprile 2016

Lucia Guida
Romanzo Popolare
Amarganta, 2016
Pagine 174, € 12,50

 

L’articolo originale lo trovate qui

 

bambini

ph. credits: larchivio.org