Reading Tips: “La caduta delle dee” di Angela Capobianchi e “Il conte di Ponte Sisto” di Maurizio Milazzo

I miei suggerimenti di lettura per questi mesi estivi al sapore di thriller e di mistero.
Buona lettura a tutti
Lucia

La caduta delle dee di Angela Capobianchi

Angela Capobianchi, avvocato e scrittrice pescarese, è autrice di un corposo romanzo noir per i tipi di Leone Editore in cui le vicissitudini di due famiglie apparentemente differenti per appartenenza sociale si intrecciano le une alle altre dando il la a una storia pregna di vendette e rancori sottaciuti ma anche di profondo istinto materno, da qualche personaggio femminile vissuto forse un po’ sopra le righe, tanto da determinare il destino di più di un personaggio in maniera irrimediabile. Sofia e Silvia, madri per scelta e pronte a difendere la propria prole a qualsiasi costo, hanno ben più in comune l’aver amato in profondità lo stesso uomo rispettivamente in maniera ufficiale e ufficiosa. La tensione e il climax del romanzo sono mantenuti alti grazie allo stratagemma scrittorio dell’autrice di suddividere in micro sequenze narrative la storia, lasciando che il lettore scelga di arrivare alla fine senza concedersi tregue o pause traghettato da un’apprezzabile fluidità scrittoria.

cadutaAngela Capobianchi, La caduta delle dee, ISBN 9788892961067

Il conte di Ponte Sisto di Maurizio Milazzo

Intriso di mistero e incentrato sull’eterna dicotomia tra il bene e il male è anche “Il conte di Ponte Sisto” pubblicato da Infinito Edizioni, ultima opera di Maurizio Milazzo, da sempre impegnato a tutto campo nel sociale a supporto del popolo degli invisibili. A un incipit apparentemente gioioso, rappresentato dalla storia di Mariano, clochard per scelta a seguito di vicissitudini personali che lo hanno costretto ad accantonare un passato di agiatezza, e dall’attenzione del popolo dei suoi ascoltatori che giorno dopo giorno lo segue nei pressi di Ponte Sisto nella narrazione delle sue rocambolesche avventure fa seguito una vicenda di  quotidiana ingiustizia che trasformerà la vita di Fabio, versatile e promettente informatico impiegato part time  in un hotel romano, in un inferno senza precedenti. Fabio perde tutto ma paradossalmente acquista un amico sincero e disinteressato che, credendo in lui, farà di tutto per riabilitarlo agli occhi del mondo e perfino di sé stesso concedendogli una seconda opportunità di rinascita a costo di grandi sofferenze. Il libro è testimonianza del grande amore provato dal suo artefice verso la città eterna, qui dipinta in maniera alterna come madre e matrigna, prodiga e detrattrice, oltre a suggerire con la discrezione e il garbo che da sempre contraddistinguono lo stile narrativo di Milazzo nuove prospettive di vita; spunti di rinascita concreti percepiti in modo vivido e messi nero su bianco grazie anche a un’attività di volontariato da lui portata avanti  con grande consapevolezza e costanza nel corso degli anni.  

conte

Maurizio Milazzo, Il conte di Ponte Sisto, ISBN 9788868617028

Le prime volte: “Oltre la porta socchiusa” (Arkadia) finalmente in libreria

Un nuovo libro in viaggio è nuova emozione e sono nuove avventure. Per me “Oltre la porta socchiusa” edito da Arkadia ha il profumo della scrittura agita con consapevolezza maggiore dopo altre cinque pubblicazioni precedenti con altrettante case editrici no eap. Su questo non ho mai ceduto. Nel momento in cui ho deciso di dare i miei libri alle stampe finalmente da solista dopo diverse collaborazioni ad antologie di AAVV ho concesso a me stessa la possibilità di poter essere accolta con tutti i crismi da un editore che potesse essere per me un valido banco di prova. Che continuasse a stimolare le mie scelte scrittorie e creative e fosse reale cassa di risonanza delle mie produzioni.

“Oltre la porta socchiusa” è il terzo e ultimo romanzo della trilogia “Prospettive urbane” iniziata con “Romanzo Popolare”, Amarganta (2016) seguita da ”Come gigli di mare tra la sabbia”, Alcheringa (2021). Per una bizzarra combinazione queste mie ultime tre case editrici iniziano tutte per A, la lettera che è sinonimo di vita del cuore e di affettività: la prima dell’alfabeto e la vocale più ricorrente, forse, nella vita concreta di una donna oltre che nella nostra lingua e in molti altri idiomi nel mondo. Mi piace pensare a tutte le implicazioni di tipo comunicativo che questa casualità contiene, anche e soprattutto in riferimento al viaggio che sto per intraprendere e che inizierà a Chieti in Largo dei Martiri della Libertà questo venerdì 12 luglio in serata con la prima presentazione ufficiale e nazionale del mio romanzo in contemporanea con la sua uscita in libreria per chi avrà il piacere di continuare a leggere ciò che scrivo.   “Oltre” è parte della rassegna letteraria “Autori in piazza” di cui Andrea Magno, poeta, si è fatto promotore oramai da otto anni. Con me la poetessa Silvia Elena Di Donato che ha accettato tra i suoi tanti impegni di tenere a battesimo la mia ultima creatura.

oltre la porta socchiusa copertina

 

tutti gli autori

 

 

448366433_810783824367045_1216555425280188502_n

Reading Tips: “Lucy davanti al mare” di Elizabeth Strout e “Parole d’Abruzzo” di Daniela D’Alimonte

Questa volta mi occupo di postare le mie impressioni su due libri diversissimi per genere e stile: un romanzo di narrativa contemporanea, “Lucy davanti al mare”, di E. Strout che, confesso, ha colpito la mia attenzione perché è il primo che ho deciso di leggere ambientato nel periodo della pandemia; segue poi un saggio della dialettologa e studiosa della lingua italiana abruzzese Daniela D’Alimonte col suo “Parole d’Abruzzo”, opera estremamente versatile e agevole da affrontare anche per una profana come me.
Buona lettura a tutti e a risentirci presto

Lucia 

Lucy davanti al mare di Elizabeth Strout 

Lucy è una matura e affermata scrittrice americana. Ha da poco perso David, suo secondo marito, e ha due figlie, Chrissy e Becka, che crede entrambe felicemente sposate. La protagonista vive a New York cercando di convivere con il dolore che l’ha di recente colpita, lambita dalle prime e pesanti avvisaglie della pandemia. Il suo primo marito William, scienziato epidemiologo, con estrema lungimiranza e dopo molte insistenze la convince a trasferirsi con lui in una casetta nel Maine sul mare e ad abbandonare la metropoli. Questa sorta di fuga sarà la salvezza per entrambi e rappresenterà una possibilità concreta per ripensarsi e crescere insieme, anche dal punto di vista affettivo-sentimentale, in una routine in cui ogni cosa assume un nuovo significato,  a partire dalla passeggiata giornaliera che entrambi si concedono a orari diversi ciascuno per proprio conto, sfidando l’ostilità della popolazione locale che li vede come potenziali untori, e che contribuisce a farli riflettere su tutti quei nodi esistenziali rimasti per anni stratificatisi sotto una montagna di consuetudine. Il romanzo della Strout è il primo da me letto incentrato sul covid19. La storia condotta in prima persona da Lucy scorre fluida grazie anche all’ottima traduzione di Susanna Basso, procedendo per segmenti narrativi di grandezza variabile in una sorta di “flusso di coscienza allargato” funzionale ai ricordi ma anche al dipanarsi di eventi contemporanei nella vita della protagonista. Con un finale a sorpresa calibrato sugli spunti di riflessione che il libro offre a ciascuno di noi per il tramite dei personaggi (e della loro vita recente) che lo animano.

Continua a leggere “Reading Tips: “Lucy davanti al mare” di Elizabeth Strout e “Parole d’Abruzzo” di Daniela D’Alimonte”

Al SalTo otto anni dopo

Ci sono posti privilegiati che ti prendono così tanto da farti a volte temere che ritornarvi possa spezzare l’incantesimo, quella magia di colori, suoni, sensazioni che rendono indelebile la tua “prima volta”. È forse per questo che in generale raramente torno sul luogo del delitto, anche se si tratta di una fiera libraria importante, kermesse imprescindibile e gioia e dolori per tanti lettori e autori. Stavolta ho glissato su questa mia legge di vita per una buona causa, il mio ingresso in Arkadia, mia nuova casa editrice per la quale in estate nascerà il mio ultimo figlietto di carta, un romanzo di narrativa contemporanea. Nel mio cuore resta comunque un’immensa gratitudine per Amarganta, la prima ad avermi fortemente voluta al SalTo nel 2016 dopo aver creduto nelle mie capacità scrittorie dando alle stampe con entusiasmo e competenza il mio secondo romanzo.

Lucia

I libri pesano tanto: eppure, chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole

Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal.

Torino ha un’anima complessa. Torino città operaia. Torino città della Fiat. Torino con la tradizione di città capitale. Torino città italiana, anzi romana, ma anche città alpina, che guarda alla Francia e all’Europa. Torino di Gobetti, di Einaudi, di Bobbio, di Gramsci e dell’«Ordine nuovo», Torino comunista e Torino liberale. Torino col suo carattere, la sua sobrietà, la sua serietà, che non si apre e non si dà tanto facilmente, ma che ti accetta quando si convince che impersoni i suoi stessi valori: l’impegno nel lavoro, una forte cultura civica, un senso del dovere che ti compete, per la parte che hai nella vita della città.

A. Levi

Arrivare di sera a Torino, dopo aver perso la coincidenza a Milano e aver traccheggiato in stazione aspettando di ripartire. Essere accolti da un’aria leggera e mite di venerdì sera nel cuore della città pronta ad aprirsi al fine settimana en plein air sotto un cielo ancora chiaro a cui io non sono abituata ma che mi è sempre piaciuto per le enormi potenzialità che con generosità concede sempre alla Luce.

20240510_212021 (1)

Adoro le case che hanno il privilegio di ergersi a tetto del mondo aprendo le loro finestre verso l’alto e verso il cielo, di qualsiasi colore esso sia. Per me questo è un chiaro invito ad andare oltre, sorvolando sui tanti sassolini nella scarpa che la quotidianità ci costringe ad accumulare nostro malgrado. Svegliarsi al mattino senza essere costretti a guardare verso il basso è una grandissima consolazione e un invito a pensare al bello e al buono malgrado tutto e tutti, sempre.

20240512_074219

La mia visita al Museo Egizio non è soltanto arricchimento personale ma tributo dovuto a Christian Greco, direttore di questo straordinario presidio torinese di Cultura, che ne ha fatto un capolavoro di assoluta bellezza fruibile da parte di tutti. E i tanti visitatori che di continuano lo affollano sono prova vivente di quanto competenza e passione ben si sposino con il culto del Bello condiviso e partecipato.

20240511_115221

Essere nata in una città di antichissima origine mi ha portata sin da bambina ad apprezzare l’opulenza e il fasto dei palazzi d’epoca di cui anche Torino è ricca. Il mio immaginario è colpito soprattutto dalle ampie scalinate e dall’idea di  flusso continuo di umanità portatrice di pensieri, aspettative, emozioni. Un’energia vitale che si rinnova nei secoli perché è aspaziale e atemporale: è eterna e duratura.

20240511_183859

“Dov’è la festa?”, sembrerebbe suggerire questa immagine. Nonostante i tempi continuino a essere difficili e complessi per chi mette al centro del proprio mondo la Cultura in senso ampio, il pellegrinaggio dei tanti aficionados alla carta stampata e al potere della pagina scritta anche virtualmente è stato anche per quest’anno costante e continuo. A sprezzo  del caldo e delle tante file fatte anche per riempire una semplice bottiglietta d’acqua. Ci sono gratificazioni che non hanno concretezza di spessore tangibile ma che riempiono dentro saziando e nutrendo. Un libro è anche questo e val bene il sacrificio di questo tipo di pellegrinaggio.

20240511_131932 

Di recente mi sono appassioinata allo studio della lingua giapponese iniziando tardivamente a occuparmi della cultura del sol levante. Un modo di concepire l’esistenza per certi versi controverso, certamente affascinante, in cui ogni cosa si contrappone spesso al suo esatto opposto invitando gli osservatori esterni come me a una riflessione puntuale, scevra da sovrastrutture, per procurarsi un’opinione personale e obiettiva. Non so se andrò mai in Giappone, ma un pezzo di questa terra è già dentro di me in un angolo protetto del mio cuore.

20240511_184553   

Lucia Guida

NB: le foto di quest’articolo sono state interamente scattate dalla sua autrice nelle seguenti location: Quadrilatero di Torino,  Museo Egizio, Lingotto Fiere, Palazzo Barolo in Torino.

Un Libro ti cambia la vita

Un Libro ti cambia la vita.
Con me di sicuro lo ha fatto, regalandomi gioia e soddisfazioni infinite da bambina ottenne, dall’istante in cui ho scoperto che dono potesse essere la lettura leggendo il mio primo libro “da grande” a oggi, adulta fatta. Leggere di continuo mi ha permesso di lavorare di fantasia, sollevandomi da una realtà che facevo fatica ad accettare e che talvolta non capivo per portarmi in luoghi magici lontani fisicamente ma così vicini al mio sentire. A terminare in bellezza anche le giornate più faticose concedendomi qualche pagina di pura meraviglia. A mantenermi come autrice con i piedi ben piantati per terra: c’è sempre qualcuno da ammirare dal punto di vista scrittorio perché è stato in grado di guardarti dentro e di portare allo scoperto quello che faticavi ad ammettere.
Forse dovremmo scrivere meno libri e leggere molto ma molto di più. Lo dovremmo fare come forma di meditazione personale con l’entusiasmo e la voglia di migliorarci mettendo da parte un’autoreferenzialità che non aiuta mai a crescere. Compriamo libri dove più ci pare e regaliamoli alle persone a cui più teniamo invece di prestarli: perché un libro è un amico sincero e intimo e non va dato con facilità a terzi.
Leggiamo sempre e comunque tantissimi libri.
Non ce ne pentiremo, mai.
foto libro e lu
In foto Lucia con una delle sue Bibbie, l’opera omnia di Wislawa Szymborska. Lo scatto è della bravissima fotografa Rossana Lamanna, dicembre 2018

Reading Tips: “Lithium 48” di Fabio Iuliano e “La diva Julia” di William Somerset Maugham

Con un lieve ritardo sulla tabella di marcia mantengo la promessa fatta a inizio d’anno di condividere con voi le mie letture fatte per diletto e per passione. In questi quasi due mesi di latitanza vi propongo quella di un romanzo breve, “Lithium 48”,Aurora Edizioni (2017), opera di esordio del giornalista Fabio Iuliano e di un altrettanto gradevole romanzo di W. Somerset Maugham, tra i miei autori preferiti da sempre, intitolato “La diva Julia” , Adelphi (2000). Due prospettive diversissime per occuparci di umanità a tutto tondo.
Buona lettura a voi e a risentirci presto

Lucia

Lithium 48 di Fabio Iuliano

Immaginate di avere un vuoto di memoria di 48 ore. Di trovarvi, oggetto di un trattamento sanitario obbligatorio, in una struttura di un Paese che amate profondamente; in cui avete scelto di vivere, eleggendo la sua capitale a vostra casa pro tempore, ma che in un frangente come quello non è il vostro Paese. Di essere prigionieri di dubbi e incertezze che vi catapultano come per un giro sulle montagne russe dalle stelle alle stalle. Preda di una paura, invisibile ma sottile, permeabile che è quella che il mondo, per il tramite di qualcuno che non conoscete (e per il quale siete oggetto di controllo continuo), vi spii e voglia esercitare su di voi una sorta di monitoraggio a cui è impossibile sfuggire. È con questo importante bagaglio emotivo che Simone, blogger e musicista, prestato dall’Abruzzo alla Francia dopo varie peregrinazioni in Europa si appresta ad affrontare il periodo postumo all’attentato alle Twin Towers, filtrando cose persone e situazioni attraverso la percezione distorta, per molti versi distopica, di una routine quotidiana che inizia ad andargli stretta. Cercando di venire a capo di nodi esistenziali importanti stemperati dall’ottimo parterre musicale, ricco di citazioni e di notizie pertinenti, di cui questo romanzo breve è fornito. Un libro che si conquista la simpatia del lettore, a lui empaticamente vicino non tanto per un discorso meramente solidale dovuto al disturbo bipolare di cui il protagonista soffre ma per la percezione netta, condivisa, che la vita sia un palcoscenico a cielo aperto in cui ogni atto sia parte di un canovaccio appena abbozzato suscettibile di cambiamenti e colpi di scena continui, per la maggior parte inimmaginabili, su cui la volontà del singolo ha davvero poco ascendente. Un’opera prima avvincente del giornalista/blogger e musicista aquilano Fabio Iuliano dal formato snello che colpisce l’immaginario di chi lo ha tra le mani stimolandolo a leggere di corsa sino all’ultima pagina per “sapere come va a finire” con il contrappunto adrenalitico, “alternative rock”, della musica preferita evocata dal creatore della storia.

lithium

Fabio Iuliano, Lithium 48, ISBN 9788894808162

La diva Julia

Julia Lambert è un’attrice inglese di teatro di successo, grazie anche all’oculata amministrazione di sé stessa dal punto di vista professionale portata avanti da suo marito Michael Gosselyn, all’inizio della storia attore di bell’aspetto, corteggiatissimo ma mediocre come teatrante. L’uomo in seguito si reinventerà abile manager grazie al successo riscosso dalla moglie al punto da diventare pian piano affermato impresario teatrale. Smettendo i panni della persona di cui lei si era da giovane innamorata: un uomo che, tuttavia, per quieto vivere aveva ceduto al suo amore con la benedizione dei suoi genitori, conquistati dall’aspetto bon ton della ragazza. Julia asseconda di buon grado le mire e le ambizioni del suo compagno all’inizio per mera dedizione, poi per pura convenienza, rinunciando a una parte del proprio vissuto (ad esempio negando di essere figlia di un veterinario e millantando un padre dottore consigliata in ciò da Gosselyn). Cerca, quindi, stimolata dal suo pigmalione di entrare a far parte della Londra bene sfruttando la benevolenza e l’ammirazione di cui è oggetto per consolidare la sua ascesa artistica. Incapace di vivere di vita propria, la donna preferisce barcamenarsi nelle vicissitudini quotidiane mutuando battute e caratterizzazione dai personaggi che interpreta sul palcoscenico fino al primo colpo di testa che la vede cedere alle avances di un suo giovane ammiratore, un colletto bianco di modesta cultura e sensibilità che però ha il potere di scuoterla dal torpore e dal disamore in cui la sua vita matrimoniale è con l’andare del tempo precipitata. Al di là delle vicissitudini lavorative (qualcuno vorrebbe metterla in un angolo e spodestarla del ruolo di protagonista per il quale ella ha lavorato duramente spettacolo dopo spettacolo) l’unico punto di riferimento certo della sua vita è rappresentato dall’amore materno per suo figlio Roger, paradossalmente molto più capace dei suoi genitori di mantenersi con i piedi ben piantati per terra e di saper inquadrare entrambi per ciò che essi nella realtà sono. “La diva Julia” , ritratto della più grande attrice d’Inghilterra, come pomposamente l’apostroferà spesso Michael nel corso dell’intera narrazione, rappresenta uno spaccato notevole condotto soprattutto dietro le quinte e venato di ironia graffiante dell’ambiente artistico teatrale londinese degli anni trenta del secolo scorso  grazie all’abilità scrittoria di Somerset Maugham che all’epoca si documentò con dovizia di particolari per dare verosimiglianza al suo romanzo articolato con la tecnica del narratore onnisciente. Divertendosi di gusto, grazie a tale artificio, nel lasciar trapelare, spesso con fare ammiccante, tutto ciò che passa per la testa della sua bella e ambiziosa protagonista.

julia

William Somerset Maugham, La diva Julia, ISBN 9788845915437

Haiku di Buona Pasqua

Non sono una grande poetessa perciò prendete queste mie righe per quello che sono nella realtà: una sorta di  divertissement scrittorio rubato al fluire del tempo. La settimana di Pasqua volge al termine alternando nuvole, pioggia e sole inframezzati da piccole tempeste che si concludono in modo fortunatamente rapido e indolore. Le giornate continuano ad allungarsi sulla nostra quotidianità punteggiata da piccole e grandi incombenze che non sempre riusciamo a rimandare e che la fanno da padrone sui propositi migliori. 
La Primavera c’è e si sente, dentro e fuori di noi.
Auguri ricamati di serenità e salute a tutti. A rileggerci presto.

Lucia 

Haiku di Primavera

Scrivo veloce

mentre la pioggia fina

canta sul tetto

Lucia Guida (2024)

crepuscolo sul mare
“Crepuscolo sulla spiaggia di Pescara”, marzo 2024, foto di Lucia


Reading Tips: “Grande Meraviglia” di Viola Ardone e “Un anno con Salinger” di Joanna Rakoff

Leggere è uno dei miei passatempi preferiti e uno dei modi che mi concedo talvolta per chiudere in bellezza le mie giornate. Per un periodo di tempo piuttosto lungo ho recensito da freelance su siti di varia tipologia con l’unico scopo di comunicare ad altri le sensazioni che leggere un libro mi dava facendolo soltanto se quella determinata opera aveva il potere di suggerirmi qualcosa.
Uno dei propositi di questo nuovo anno è quello di continuare a impegnarmi in questa impresa solo ed esclusivamente per me stessa, continuando a prediligere storie che mi colpiscano di cui parlare come lettrice senza nessun’altra pretesa. Dei semplici suggerimenti di lettura pubblicati ogni mese e mezzo da cogliere, se pensate che ne valga la pena, filtrati attraverso la mia emotività di Persona e la mia idea di Scrittura.
E ora andiamo a incominciare.

A presto

Lucia

Grande Meraviglia di Viola Ardone

Elba è un’adolescente nata in quello che chiama mezzomondo, un ospedale antecedente alla legge Basaglia in cui sua madre, una giovane tedesca, è stata internata da un marito poco propenso ad avere al suo fianco una moglie ribelle che lo ha tradito con un altro. La sopravvivenza in un universo difficile è tutta nella capacità che Elba ha di fluire, come il grande fiume di cui porta il nome, attraverso la sofferenza, le incongruenze, i non detti e le cure invasive a cui gli ospiti della struttura sono sottoposti da chi vi lavora per i quali, unendoli idealmente nel suo microcosmo, lei ha pensato a soprannomi illuminanti, non facendo distinzione alcuna tra pazienti e operatori: Gilette, Nonna Sposina, la Nuova, Mastro Lindo, Lampadina, Riccioli d’Oro .  Per Fausto Meraviglia, giovane medico di fede basagliana, Elba rappresenta il suo personale contributo (e per certi versi riscatto) nei confronti di una vita professionale ma anche personale priva di grandi slanci o successi eclatanti, condotta con qualche distrazione che gli sarà fatale. L’opportunità di prendersi cura di lei come una sorta di novello Pigmalione che il medico si è arrogato di concedersi non avrà però gli effetti sortiti perché Elba sceglierà per sé una vita diversa, più consona alle sue esigenze e alla sua sete di risposte esistenziali, lontana dal suo benefattore. Il mio personale messaggio in bottiglia è tutto nella metafora potente contenuta in queste pagine di quanto, nella vita, a volte sia importante “lasciare andare” cose, persone e situazioni su cui abbiamo, ahimè, poteri molto limitati.

grande meraviglia

Viola Ardone, Grande Meraviglia, ISBN 9788806257620, € 18,00

Un anno con Salinger di Joanna Rakoff

Una giovane neo laureata e appassionata di letteratura di belle speranze,  (personali ma anche scrittorie, dal momento che uno dei suoi sogni è quello di diventare un giorno autrice) riceve il suo battesimo di fuoco negli spazi di un’agenzia letteraria che annovera tra gli autori niente meno che penne rinomate come Judy Blume o  J. D. Salinger, dipinto negli ultimi anni della sua vita. Jo, Buba per Don, suo partner distratto perché forse più proteso verso l’illusione di scrivere qualcosa di unico e memorabile che verso la costruzione di un rapporto efficace con la sua donna, lavora in modo indefesso per l’Agenzia, una delle più prestigiose e antiche di New York a fronte di uno stipendio assolutamente al di sotto di ciò che le occorrerebbe per vivere nella grande mela in modo dignitoso.  Stretta tra i suoi doveri professionali, le sue ferite esistenziali in cui ci sono anche un padre e una madre che non l’hanno mai gratificata abbastanza e a cui lei nasconde le sue difficoltà anche economiche, Joanna si concederà il lusso di diventare trait d’union tra Jerry, (come Salinger viene confidenzialmente apostrofato in ufficio) a insaputa di quest’ultimo e dei suoi datori di lavoro e il suo pubblico più ampio e variegato invece di confezionare per questo risposte automatiche. Continuando a indossare le sue mise raffinate e fané da ragazza bon ton impiegata in un ufficio della Quarantanovesima alle prese con i suoi compagni di lavoro, la sua Direttrice austera e strumenti di lavoro affascinanti ma più obsoleti di un McIntosh come il dittafono o la macchina da scrivere, barcamenandosi alla meno peggio in due rapporti affettivo-sentimentali, entrambi pieni di carenze, spinta dalla sua voglia di migliorarsi e di emergere agli occhi del mondo in una città stupefacente ma distaccata nei suoi confronti come nel suo primo giorno di lavoro. Riuscendo, tuttavia, a mantenere intonso il suo amore per le Lettere come unico baluardo verso un futuro che talvolta fa fatica a immaginarsi.

un anno con salinger

Joanna Rakoff, Un anno con Salinger, ISBN 978 88 545 08682, € 17,00