Pensieri in volo –

Che io sia tra i convinti assertori dello slow writing è cosa risaputa, almeno tra le persone che fanno parte della mia quotidianità più concreta.
Da oggi parte una nuova tipologia di post su questo mio pezzetto di terra scrittoria: quello dei pensieri in volo. Inarrestabili, imprescindibili, autentici. Refoli di vento.
Perché il vento non si può mai ingabbiare.
Buona lettura

 

Ulivi

Avrei potuto innamorarmi di un salice dall’immagine netta, pulita, riflessa sull’acqua del fiume che tutto porta via, lasciando scivolare i miei pensieri sui suoi rami di un verde tenero e gentile; o di un pioppo svettante e arioso, proteso con speranza verso le nuvole di un cielo brumoso in cui si intravede comunque la luce del sole che verrà. E invece mi sono innamorata di un ulivo dal tronco nodoso e sofferto, contorto. Portatore di una storia millenaria che sa di lacrime, sudore e sangue. Di un albero che ha affrontato le intemperie ed è sopravvissuto con molte cicatrici.
Un ulivo che mostra con pudore le sue foglie aguzze e taglienti solo a chi ha occhi per vederne la tenerezza nascosta. E mani lievi e accorte per accarezzarle.

Lucia Guida

 

20767701_1577843075601662_5307023480690740347_n

foto di Angelo Villani

Thinking and Writing as an English Teacher – 6th Lesson

“Media and real life overexposing is like taking a photo by using a too strong flash: the only thing we get is a blurry picture”

 

5042517625_c3bdc26dfa_b

ph.credit: it.pinterest.com

 

 

Translating into Italian:

“Sovraesporsi mediaticamente e nella vita reale è come farsi fotografare usando un flash troppo forte; ottenendo, come unica conseguenza, un’immagine sfocata.”

Presentazione d’autore: “Grazie di te” di Francesco Pomponio

Zeb e Anna e sono i protagonisti di ‘Grazie di te’, edito da Amarganta  a settembre del 2016 a firma di Francesco Pomponio, autore al suo terzo romanzo, il primo per questa casa editrice.
Il libro narra una storia d’amore, dai suoi timidissimi prodromi sino alla fine. Una storia di sentimenti e di persone in cui confluiscono le esperienze di vita dei suoi protagonisti, costretti loro malgrado a un’espiazione lenta di colpe mai commesse e a dover fare  i conti con un bel fardello esistenziale e con avvenimenti che tendono a metterli a dura prova nel corso dell’intera narrazione.

Zeb è un autotrasportatore che si è fatto da sé e che può gestire la sua vita, anche professionale, senza rendere conto a nessuno se non a se stesso; un cane sciolto che a un certo punto del cammino incontra Anna, all’apparenza personaggio etereo, una cameriera di uno dei tanti hotel che lui è costretto a bazzicare per motivi di lavoro. Con estrema pazienza, ma anche con la determinazione che lo ha contraddistinto nelle tante vicissitudini della sua vita, costruita pezzo dopo pezzo da solo, dopo un’infanzia durissima che lo ha segnato ma che non gli ha fatto perdere il senso d’orientamento, ( come, invece, è accaduto per molti dei suoi ex compagni di borgata), Zeb decide di rivoluzionare le sue giornate cambiando dimora e lavoro pur di poter restare al fianco della donna di cui si è innamorato, prendendosi totalmente carico dei sospesi che la affliggono e accettando di condividerli in toto, nella buona e nella cattiva sorte, nonostante le fasi altalenanti della loro relazione.

L’uomo si costringe ad acconsentire anche al fatto che Anna, a un certo punto, stabilisca di allontanarlo dalla propria vita; lo fa consapevole che il loro destino sarà sempre legato a doppio filo. Una dedizione totale che alla fine darà il giusto frutto con gli interessi, facendo comprendere alla donna tutta l’importanza rivestita dalla presenza costante e mai ingombrante di lui.

La narrazione è condotta in terza persona toccando momenti corali costellati dai numerosi personaggi di secondo piano ma assolutamente funzionali alla storia, che hanno il pregio di enfatizzare le caratteristiche dei due protagonisti, fornendo ottimi ganci scrittorii per il prosieguo della vicenda.  Ottimamente curati ed estremamente verosimili, come del resto è d’abitudine per Pomponio, i dialoghi, venati dall’ironia di Zebedeo che non perde occasione per fornire al lettore perle di buonsenso e saggezza, e dall’essenzialità della sua compagna, meno propensa a fornire ricette di vita forse perché più pronta ad agire anche a costo lasciare troppo spazio alla propria impulsività.

 

L’autore

 

Francesco Pomponio, nato in Abruzzo, ha vissuto a Roma per tutta la vita. Attualmente vive fra le montagne, anche se comincia a odiare la neve. Scrive da quando aveva 18 anni, ha cominciato con racconti per poi arrivare ai romanzi. Ha pubblicato una raccolta di racconti dal titolo “La macchina del tempo esiste già” e due romanzi: “La lavagna di Amerigo” e “Soave sia il vento”. Ha tre romanzi inediti e ne sta scrivendo un altro. Considera il lettore il vero protagonista di ogni storia e cerca di raccontarne di interessanti, dove succede qualcosa, popolate da personaggi unici, come uniche sono le persone. Attualmente si occupa di tecnologia e organizzazione di eventi per aziende. Scrive nei ritagli di tempo, ogni giorno una sola pagina alla volta, quando va bene due. Non aspetta l’ispirazione, scrive per sapere come la storia andrà a finire. Corregge molto, ma spera di avere la capacità di capire quando molto diventa troppo.

Francesco Pomponio, Grazie di te, ISBN 978-153724146-3  € 13,00

 

51jwryThUvL._SY346_

Storie di città – Tra cielo, mare e fiume

Tratteggiare in poche righe un angolo della città in cui riesci a riconoscerti può sembrare cosa apparentemente facile ma non lo è. Non sempre. Soprattutto se la città di cui vuoi descrivere una sfumatura non ti ha vista nascere ma si è comunque premurata di accoglierti con disponibilità.
In questo breve racconto provo a parlare ancora di Pescara, mio attuale luogo di residenza. Lo faccio nell’unico modo di cui sono capace. E la mia veloce sosta sul ‘Ponte del mare’ finisce col diventare un bel pretesto per ragionare, com’è di solito per me, in punta di cuore.
Buona lettura

A presto

Lucia

Tra cielo, mare e fiume*

Sono sospesa tra cielo e fiume.

Davanti a me la città che pulsa con le sue mille contraddizioni, le sue belle vetrine e i luoghi nascosti che faticano a svelarsi a chi non ha occhi attenti per coglierli.

Alle mie spalle c’è il mare, ora colto in un momento di quiete, dall’aspetto rasserenante come i colori che a quest’ora del crepuscolo lo caratterizzano.

La brezza scompiglia i miei capelli per ricordarmi che anche in un attimo di tranquillità siamo tutti soggetti alle leggi del mondo e alle sue bizzarrie.

Sono al centro di un universo che, al momento, non ha confini se non la mia capacità di dare libero sfogo ai miei pensieri.

Eppure non ho voglia di impegnare la mia mente in cose complicate. Il mio desiderio è quello di perdere il mio sguardo in questa immensità di acqua che cerca di abbracciare il cielo.
Poggiata al parapetto con entrambi i gomiti come da bambina quando, con attenzione, cercavo di cogliere ogni sillaba delle storie narrate da mia nonna, scruto l’acqua di fiume che lentamente scorre verso il mare, riflettendo la luce e i colori di questo tramonto miracoloso, felice epilogo di una giornata di sole incastonata tra giornate di pioggia silente, rassegnata, ottobrina.

Il fiume porta con sé rami spezzati rubati alla vegetazione e alle sponde che lo contengono. Lo fa con autorevolezza e con una pacatezza disarmante per riaffermare il suo pieno diritto a esistere, sia pure tra  le mille contraddizioni e i limiti a lui imposti dall’uomo.
Si trascina verso il mare a voler sottolineare che tutto va come deve andare, portando, però, sulla sua superficie un pezzo di cielo riflesso per segnalare che una possibilità di salvezza c’è sempre, basta saperla cogliere.
Il mare è lì ad attendere l’acqua di fiume che avanza senza sosta per un ultimo  abbraccio totale, coinvolgente.

Non esisterà più differenza tra dolce e salato, colore e consistenza si uniformeranno nella buona e nella cattiva sorte in un’unica grande onda grigio-azzurra verso l’indefinito.

I passanti si avvicendano l’un l’altro per scendere o salire, incrociandosi a poca distanza dal mio punto di osservazione. Lo fanno in silenzio, solcando a passi composti questo Ponte del Mare che è punto di unione tra due rive differenti. Rappresenta con sapienza il futuro con la sua voglia di fare e le sue grandi incognite, le delusioni sottili e la sorpresa gioiosa fatta di piccoli gesti di generosità e gentilezza gratuite.
Non ci sono ombre capaci di fugare la dolcezza di questo momento di sospensione temporale.
C’è solo la consapevolezza di appartenere al qui e all’ora, con l’entusiasmo di vivere ogni singolo soffio di vita come istante irripetibile e prezioso.

Qualsiasi cosa accada.

Oggi e per sempre.

Lucia Guida

ponte-del-mare

Pescara, Ponte del mare. Foto di Guerino Di Francesco

*L’articolo originale lo trovi qui

N.B. Storie di città è un progetto di scrittura in web. Visita la pagina per saperne di più.

Libri e Recensioni sotto l’albero – Alla fine di un anno di scrittura e pubblicazione

Cari amici, quest’anno è stato caratterizzato per me  da grandi battaglie, scrittorie e personali, ma anche da piccole e significative soddisfazioni. ‘Romanzo’ ha raccolto un discreto numero di consensi e apprezzamenti da lettori e addetti ai lavori e questo non può che farmi piacere.
Qualcuno una volta mi ha detto che le recensioni servono a rimpinguare il narcisismo di un autore. Concordo con lui solo in parte. Le recensioni, quelle fatte in modo trasparente e con assoluta obiettività, hanno a mio giudizio anche il pregio di aiutare a crescere quegli autori che le leggono con serenità e che hanno voglia di trarre nuovi stimoli a fare sempre meglio. Senza considerare l’importanza che rivestono nell’orientare il pubblico dei potenziali lettori, di continuo sballottati tra le tante e variegate proposte scrittorie oggi in commercio.
Ho, quindi, pensato di lasciare in questo articolo di dicembre i link di tutte quelle  al momento realizzate per il mio ultimo lavoro.
Se ne avete piacere, date loro uno sguardo. E poi, magari, se le trovate interessanti tanto da incuriosirvi a leggere il mio libro, mettete da parte una copia del mio ‘Romanzo’ sotto l’albero per le persone a cui tenete.

Auguri di buone feste e buona lettura a tutti

A presto

Lucia

 

Dal sito Mentinfuga, bollettino dell’associazione culturale omonima, recensione a cura di Antonio Fresa, scrittore

Il post completo lo trovate qui 

 

ghirigori

 

Dal blog Lettrice al contrario   di Désirée Pedrinelli, ‘(…)  lettrice forte e appassionata ,che si diverte a scovare autori esordienti e piccole realtà editoriali, perché quello che conta è la storia e il talento di chi la scrive’

Qui  l’articolo

 

ghirigori

 

Dal sito di lettura e scrittura Mangialibri a cura di David Frati

Questo il link della recensione fatta per il mio ‘Romanzo Popolare’

 

ghirigori

 

La recensione di Federica Gnomo Twins, blogger e scrittrice per Paper Blog, sito di attualità, cultura e società

Ecco la pagina in web dedicata al mio libro

 

ghirigori

 

‘Chili di libri’ e  e le sue blogger, lettrici appassionate, recensiscono il mio ‘Romanzo’

Ecco l’articolo completo

 

ghirigori

 

Per la rubrica libri del web magazine Sulmona Post, la recensione del mio ‘Romanzo Popolare’ di Stefano Carnicelli, scrittore

Questo il suo post

 

ghirigori

 

Elisa Occhipinti Gelsomino parla del mio libro su ‘Odor di gelsomino’, blog di lettura e scrittura

La sua recensione è qui

 

ghirigori

DSCN8617.JPG

Eva non è sola

Il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, nasce nel 1981 come ricorrenza istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale nei confronti di questa problematica che da noi è diventata vera e propria emergenza nazionale,  facendo registrare quest’anno sino a oggi 116 femminicidi, avvenuti in contesti familiari per oltre il 75%.

Chi mi conosce quanto meno scrittoriamente sa che alla violenza di genere, e alla necessità di intravedere nella piaga del femminicidio una valenza da riequilibrare in primis dal punto di vista culturale oltre che socio-affettivo relazionale, ho dedicato alcune delle mie opere e buona parte dell’intreccio di ‘Romanzo Popolare’, mio secondo romanzo edito da Amarganta, pubblicato nel febbraio di quest’anno. C’è, poi, una battaglia personale e professionale da me da sempre condotta con le mie studentesse, finalizzata al loro pieno e consapevole riconoscimento di Persone oltre che di Donne. Nella certezza di quanto sia importante percepirsi e amarsi in ciò che abbiamo da offrire agli altri e in ciò che nella realtà siamo, pretendendo di ricevere Amore in cambio dell’Amore che con generosità doniamo a chi ci sta accanto.
Ho, quindi, accettato volentieri la proposta delle scrittrici Roberta Andres e Lorena Marcelli, quest’ultima curatrice dell’opera collettiva ‘Eva non è sola’, di inviare uno dei miei racconti a cui tenevo di più, ‘La stanza della memoria’, scritto qualche anno fa per un reading letterario a tema e poi pubblicato nella mia pagina di autrice di LiberArti, Social Reader Writer Artist, sito di Scrittura, Arte e Lettura diretto da Carmine Monaco.

Venerdì scorso si è tenuta la presentazione ufficiale di ‘Eva non è sola’, antologia di A.A.V.V., presso la Sala Consiliare del Comune di Roseto degli Abruzzi (TE) nella compagine di un incontro dibattito incentrato sui vari aspetti che caratterizzano anche a livello legale, la violenza di genere.

Il volume è costituito da 30 opere tra racconti brevi e poesie, scritte da autori professionisti e non, ed è già in vendita in ebook su Amazon. Per la versione cartacea, del prezzo di 10,00 €, è possibile rivolgersi a Lorena, contattandola a questa email: lorena.marcelli@libero.it.

Il ricavato delle vendite, tolte le spese vive, verrà devoluto a tre centri antiviolenza abruzzesi.

L’iniziativa è patrocinata dalla Provincia di Teramo, dal Comitato Pari opportunità della Provincia e del Comune di Giulianova. Partner ufficiale il Comune di Roseto degli Abruzzi. Tra le associazioni coinvolte troviamo il Circolo culturale ‘Il nome della rosa’ di Giulianova, l’associazione ‘Il faro’ di Cologna spiaggia,  ‘Artis – Scuola di teatro’ di Pescara.

Qui di seguito alcuni scatti miei e di Cristian Palmieri, fotografo ufficiale dell’evento, a ben documentare alcuni momenti di questa serata incentrata sulla solidarietà al femminile e non solo.

Buona lettura e buona visione a tutti

 

A presto

 

15211641_1310605848992054_1262438606_n

Sala Consiliare del Comune di Roseto degli Abruzzi, incontro dibattito del 25.11.16, intervento di Stefania Pezzopane – foto di Lucia

eva-non-e-sola-4

Lettura di Lucia di uno stralcio de ‘La stanza della memoria’, foto di Cristian Palmieri

15239275_1311782862207686_980182928_n

‘Eva non è sola’, antologia di A.A.V.V. è stata realizzata attraverso  crowdfunding con il libero contributo di autori e simpatizzanti del progetto – foto di Lucia

‘Romanzo Popolare’ al FLA 2016

Ci ho messo una settimana per fermare in questo blog in un articolo  le emozioni e le sensazioni che hanno accompagnato questa mia seconda partecipazione al FLA, il Festival delle Letterature dell’Adriatico di Pescara, città in cui vivo e lavoro, quest’anno alla sua quattordicesima edizione.

Saranno le foto di quattro amici fotografi a narrare, per chi volesse dar loro uno sguardo, un pomeriggio per me molto intenso, connotato da un’emotività a cui spesso non so dare un freno. Sono abituata a parlare in pubblico ma ogni presentazione di una mia creatura è sempre un salto nel vuoto. A tendere con disponibilità un telone pronto ad accogliermi con morbidezza ci sono stati gli amici di sempre, nuovi amici  e persone che di me non avevano mai sentito parlare e che mi hanno regalato un po’ della loro attenzione e del loro tempo.
Buona visione e buona lettura
Lucia

15109403_1301466543239318_7616991250169464894_n

Il principio di ogni cosa è fatto sempre di una sottile linea da travalicare. Eccomi qui con Arianna Di Tomasso, meravigliosa ‘madrina’ dell’evento, ad ascoltare l’introduzione di una delle tante volontarie del FLA prima di spiccare il volo.

Foto di Cristian Palmieri

14993338_1298973376821968_3890789447825984274_n

Per vincere l’emotività occorre concentrazione, tanta. Stringere tra le mani il mio libro mi ha aiutata a fare mente locale. Parlare vestita a festa mi ha dato la spinta giusta per celebrare questo terzo ‘figlietto’ che tanto mi ha fatta penare prima di venire al mondo

Foto di Guerino Di Francesco

15027506_1268325129894658_1870968094306074420_n

Buttarsi nella mischia con un sorriso interagendo con tutta me stessa alle domande belle e impegnative dell’intervista di Arianna è stata una bella sfida. Soprattutto con me stessa.

Foto di Ninoska Valente

15095551_1302187673167205_7005087821056785466_n

Ringraziare il mio pubblico un atto piacevole e dovuto di gratitudine per il tempo che tante persone hanno deciso di regalarmi in un pomeriggio domenicale soleggiato e lento.

Foto di Luciano Onza

15078680_1298688620183777_2549965634216749382_n

Il firmacopie, momento di relax per ogni autore, per me rappresenta la possibilità concreta di personalizzare il mio grazie più sincero

Foto di Valeria Maddalena

14908271_1298971573488815_4843109203621171624_n

La curiosità del festival: farmi prestare da una volontaria il ‘laccio’ per il mio pass. E poi restituirglielo in tempo dopo averne recuperato un altro a casa: la penitenza da pagare per essermi accreditata quest’anno in ritardo.

Foto di Lucia

15027648_1298971663488806_3375253809023988780_n

“Questa è la parte più bella di tutta la letteratura: scoprire che i tuoi desideri sono desideri universali, che non sei solo o isolato da nessuno. Tu appartieni”.                                                               F.S. Fitzgerald                                            

La mia speranza di autrice è che qualche pezzetto del mio ‘Romanzo’ possa davvero conquistare la sensibilità dei suoi lettori anche grazie a begli eventi come questo.

Foto di Lucia

Lucia intervista Lucia

Qualche tempo fa nacque in web una bella esperienza, quella de ‘Il Tendone’, un sito indipendente a cura di un gruppo di blogger appassionati di lettura e scrittura tra cui Alberto Zuccalà, bravo medico nella vita e ottimo grafico inventore de ‘Le graforecensioni-un disegno per un libro’, rubrica di pubblicità libraria.

‘Il Tendone’ aveva lo scopo meritevole di aiutare autori esordienti ed emergenti a farsi pubblicità in maniera innovativa e non scontata. Tra gli autori interpellati a fornire un po’ di materiale c’ero anch’io. Presa tra le promozioni di ‘Romanzo Popolare’, all’epoca nato da poco, sono riuscita a ricontattarli quando, ahimè, Alberto e gli altri avevano deciso di mettere in stand-by questo progetto che al momento non è più attivo.
L’intervista è finita in un file in un angolino della memoria del mio pc fino a quando, qualche giorno fa, non l’ho riletta e ho pensato di proporvela qui, sul mio blog.
Buona lettura
A presto


Quello che nessuno mi ha mai chiesto ( e che mi sarebbe piaciuto dire in risposta a una intervista)

Nelle interviste  seguite a tre pubblicazioni da solista, conversazioni stimolanti e sicuramente interessanti, può accadere che i tuoi interlocutori  decidano di incentrare il proprio lavoro su alcuni aspetti del tuo universo di autrice e di donna tralasciandone altri. E che tu ti chieda come sarebbe stato se, al contrario, qualcuno avesse  pensato di dirigersi con te verso altri lidi, scrittorii e non.
L’intervista che voi leggerete è stata interamente realizzata da Lucia Guida per Lucia Guida; nessun trucco e nessun inganno, unicamente la voglia di mettersi a nudo con sincerità e un pizzico di autoironia. Da una prospettiva autoreferenziale, certamente; di sicuro sui generis.

Buona lettura.

 

 

Lucia Guida intervista Lucia Guida

 

  1. Guida: Ciao e benvenuta sulle pagine de ‘Il Tendone’. Mi sono appuntata delle domande che credo possa farti piacere ricevere. Ma prima di tutto una tua breve presentazione. Lucia Guida, autrice pescarese d’adozione, Acquario ascendente Gemelli, prestata alla scrittura dal mondo della scuola in cui sei docente di Lingua Inglese. Hai pubblicato tre lavori, una raccolta di racconti, ‘Succo di melagrana, Storie e racconti di vita quotidiana al femminile’ per Nulla Die nel 2012, un romanzo nel 2013 sempre per Nulla Die intitolato ‘La casa dal pergolato di glicine’ e nel febbraio di quest’anno hai deciso di dare alle stampe per Amarganta Editrice il tuo secondo romanzo, un lavoro di narrativa dal titolo ‘Romanzo Popolare’. Per te non valgono, quindi, gli algoritmi annui e la regola aurea secondo la quale bisognerebbe scrivere sempre e di continuo se nella tua progressione di autrice di annualità ne hai saltate ben due …

 

Lucia Guida:   In realtà in questo biennio di apparente ‘riflessione’ ho pubblicato due racconti in opere collettive: ‘Destini’, edito da Fefé e vincitore del III premio al concorso ‘Streghe d’Italia2’ organizzato dalla medesima casa editrice e ‘In un campo d’orzo e di papaveri’ vincitore del II posto al Premio Lupo. Per il resto non ho mai smesso di scrivere. Ho continuato a farlo in sordina, portando avanti un nuovo progetto che è poi cresciuto e diventato ‘Romanzo Popolare’. L’algoritmo scrittorio di cui parli è stato più che ampiamente rispettato, sia pure con tempi morbidi ma a me consoni: poco per volta, il giusto. Il piacere di scrivere, almeno per me, è anche questo.

 

  1. Guida: Si dice che camminare a passo lento dia la possibilità di guardare con attenzione particolari difficili da scorgere in fase di corsa. E’ stato così anche per te? Cosa hai potuto mettere in chiaro o guardare con attenzione e precisione maggiori in questi due anni di scrittura ‘ponderata’?

 

Lucia Guida: Intanto mi sono chiesta se per me fosse più importante scrivere o pubblicare. Concludendo, senza falsi pudori, come il valore di queste due azioni sia assolutamente paritario. E’ importante scrivere per noi stessi ma diventa un atto solipsistico se gli input che abbiamo necessità di proporre agli altri restano su carta solo ed esclusivamente a nostro beneficio.  C’è anche da dire che una volta pubblicato un libro va pubblicizzato. Preparare un ottimo pranzo e lasciarlo freddarsi in forno non ha alcun senso. Ma questa, forse, è un’altra storia …

 

  1. Guida: Quanto conta per un’autrice emergente non conosciutissima l’occasione d’oro? La possibilità, cioè, di accedere al grande pubblico attraverso una sapiente opera di propaganda e pubblicizzazione?

 

Lucia Guida: Tantissimo. Tempo fa in web mi è capitato di imbattermi in una citazione che suonava più o meno così, parlando di libri validi ben pubblicizzati che vendono; di ottimi libri propagandati che non vendono; di opere mediocri ben pubblicizzate che vendono e di libri mediocri non pubblicizzati che fatalmente non vendono’. Sono totalmente d’accordo con chi le ha scritte. Sintetizzano in modo illuminante l’editoria odierna, pregi e difetti. Un libro, checché se ne dica, è un bene di consumo, un prodotto anche commerciale e come tale va di conseguenza considerato.

Aggiungo, poi, che quella che tu chiami ‘l’occasione d’oro’, la possibilità, cioè, di imbroccare per caso o in modo mirato la strada giusta può di sicuro rivelarsi vincente. Le sponsorizzazioni intelligenti e ben fatte non hanno mai danneggiato nessuno. Bisogna, però valutarne le contropartite: nessuno di solito ti regala niente in cambio di niente.

 

  1. Guida: Cosa saresti capace di fare pur di svoltare scrittorialmente parlando?

 

Lucia Guida:  Parli degli eventuali compromessi che sarei capace di accettare? Niente che non abbia sino a  ora voluto o, viceversa, evitato di fare. Se avessi voluto impostare la mia vita secondo l’adagio ‘minima spesa, massimo rendimento’ avrei, probabilmente, scelto altre prospettive. Potrei, però, dirti a cosa non ho mai dato spazio: all’editoria a pagamento. Meglio affidarsi a una piccola e decorosa casa editrice indipendente piuttosto che pubblicare pagando. Anche se c’è ancora nel pubblico dei lettori qualcuno che non è capace di distinguere tra un libro pubblicato pagando e un testo su cui l’editore ha voluto investire in prima persona. È ancora diffusa l’abitudine di congratularsi con l’autore che ha speso fior di quattrini come se avesse dato alle stampe il proprio libro per pura meritocrazia. Sui meccanismi editoriali c’è ancora moltissima ignoranza.

 

  1. Guida : Qual è la cosa che ti scoccia maggiormente fare all’indomani della pubblicazione di un libro?

 

Lucia Guida: Regalarlo come se fosse un gadget. Se, come me, hai pubblicato con una ce noeap e hai voglia di comperare dall’editore qualche copia del tuo lavoro, lo acquisti con uno sconto minimo pagandolo regolarmente. Poi, se credi, ne fai l’uso che vuoi. Anche donarlo, se lo desideri. Discorso diverso è, invece, quando gli altri ti chiedono  tout court una copia, pensando erroneamente che l’autore ne possegga casse intere, magari in garage. Che, poi, è realtà di ciò che accade quando ci si rivolge all’editoria a pagamento. Ma per chi come me ha deciso di impostare un discorso totalmente diverso un libro ‘è lavoro’: è tempo speso per idearlo, scriverlo, editarlo, proporlo a un editore che ne intraveda la stoffa e sia disposto a farlo nascere, nero su bianco o in versione digitale. E’ lacrime e sangue, in primis del suo creatore. Un dato inconfutabile e un particolare che non può essere sottovalutato o deprezzato.

 

  1. Guida : Se un autore esordiente ti chiedesse qualche consiglio per iniziare, cosa gli diresti?

 

Lucia Guida : Di pubblicare bene ( ma credo che ciò vada da sé se l’autore è di suo capace ). Di affidare la propria creatura possibilmente a un’agenzia letteraria, avendone disponibilità anche economica, dal momento che non è una cosa scontata e accessibile a tutti dal punto di vista finanziario. La caccia all’editore serio e competente richiede tantissima pazienza. Se, poi, si punta in alto, a una major, per esempio, entrare nel raggio d’azione di quest’ultima è cosa complessa se si è sprovvisti  di un biglietto da visita autorevole costituito da qualcuno che ti rappresenti al meglio e che possieda un certo potere contrattuale.

 

  1. Guida: Ultima domanda, al vetriolo: qual è la cosa che dei colleghi scrittori affermati sopporti di meno?

 

Lucia Guida: L’aver dimenticato di aver cominciato dalla base e quanto ciò comporti, anche in termini di spesa emotiva e fisica. Sono davvero pochi quelli che si voltano indietro a guardare con favore e benevolenza, in modo paritario, chi arranca alle loro spalle. Molto spesso la chance scrittoria, quella che diventa opportunità di pubblicare ‘felicemente’ è frutto indiscusso di bravura personale ma anche di attimi carpiti al momento e al punto giusto. Un’altra cosa che fatico ad accettare in un creativo di scrittura e/o altro è quella sorta di aura dorata di cui a volte si circonda isolandosi dal mondo esterno. L’Arte è un ponte formidabile e dovrebbe unire le persone e non separarle. Per questo motivo adoro artisti come Michelangelo Pistolotto che si pongono come trait d’union tra la gente e non come depositari di saggezza esclusiva ed elitaria.

Lucia Guida

 

 

lucia-specchio

La parola al recensore: “Romanzo Popolare” visto attraverso gli occhi di Daniela del sito “Chili di libri”

Cari amici, un saluto veloce per proporvi l’ultima recensione di ‘Romanzo Popolare’ pubblicata in ordine di tempo sperando di fare cosa grata, a cura della blogger Daniela, coautrice e fondatrice con Anita, del sito letterario Chili di Libri.

Buona lettura e a presto

Lucia

profilofb_180x180-2

Romanzo Popolare

di Lucia Guida

Dal sito dell’editore

Destini incrociati di donne che vivono in una Pescara variegata. Donne che rinunciano ai propri sentimenti per il bene della famiglia. Donne capaci di inedita determinazione per offrire una possibilità agli affetti più cari. Donne che immolano se stesse per superare l’indifferenza di un amore incondizionato. Esistenze mortificate eppure sublimate da un indomito spirito di sacrificio. Ricorsi che illuminano di una luce nuova fatali coincidenze. Tratti comuni che emergono a dispetto di conoscenze reali. Motivi che si fondono, saldati assieme dall’esistenza disperata di Matteo, bello e perverso, malato dentro perché la mela non cade mai lontana dall’albero suo.

Recensione

Appena ho iniziato a leggere il libro, me ne è subito venuto in mente un altro: due donne, palazzoni, figli coetanei, un marito violento e la difficoltà di arrivare a fine mese… Poi per fortuna, molto presto, questa storia ha preso una piega diversa.

La signora vittima del marito continua a essere vittima, fino a che una provvidenziale caduta (con una spintarella, certo), non la rende vedova. Sarà stata lei o il figlio? Poco importa. Uno dei due ha avuto il coraggio di liberarsi da quel giogo, da quella violenza quotidiana che è prima di tutto psicologica, che ti impedisce di vivere, di respirare, di star serena due minuti, senza avere paura di essere poi massacrata di botte, riempita di urla e improperi.

Matteo,il figlio undicenne si deve nascondere, cerca di non farsi vedere, non ha amici.

“Non avrebbe mai ammesso con chicchessia di desiderare una famiglia migliore. Si ripeteva spesso di non aver bisogno di nessuno e nei suoi sogni non c’erano calciatori famosi o biciclette fiammanti. Fremeva dal desiderio di cercare la propria strada altrove, lo avrebbe fatto da grande. Lontano mille miglia da una casa in cui non si sentiva protetto, succube dell’umore di un uomo che l’aveva spesso costretto, anche in giornate di pioggia o di freddo, a fuggire all’aperto per evitare le botte.”

L’altra signora, la vicina del piano di sopra, ha due figli, Lidia e Giacomo, e si è appena trasferita a Pescara. Ha lasciato non solo il conforto degli amici e di luoghi conosciuti, ma anche il calore del vero amore, quello che non prova più per suo marito, il quale si accontenta di non domandare per non sapere.

La storia va via veloce, come la vita. In men che non si dica sono passati dieci anni, i figli sono grandi, uno è partito militare, uno lavora come meccanico e la figlia sta diventando donna. Inizia ad attirare le attenzioni dei ragazzi e sono tutti presi dai propri affari. Non ci sono più i bei pranzi tutti a tavola, Maria si è risposata e il figlio Matteo rifiuta qualsiasi contatto, assomiglia sempre di più al padre.

È una storia tristemente quotidiana: le piccole meschinità della vita, i tradimenti, le violenze, la difficoltà di fidarsi, l’invidia e l’angoscia, la sensazione che non ci sia più speranza. Sentirsi un sacco vuoto per la morte del figlio e dover, in qualche modo, andare avanti.

È un libro scritto bene, che parla anche di argomenti difficili, come se fossero un contorno, nel trambusto della vita quotidiana, senza tuttavia negar loro l’importanza che rivestono.

 

Daniela

L’articolo originale lo trovate qui 

 

13327433_1155708131148494_4847045137965962885_n

Presentazione di ‘Romanzo Popolare’ al Gran Caffè Cigno di Chieti Scalo del 1° giugno 2016 per la rassegna ‘Mercoledì d’Autore’ a cura dello scrittore Alessio Masciulli